Cento metri con Gino

di Fabio Rizzari

Centodieci anni fa, il 18 luglio 1914, nasceva Gino Bartali.

La magnitudine della sua stella, considerata la vicenda sportiva e umana, è paragonabile a quella di Rigel (ß Orionis, supergigante blu).

Nel 1983 percorrevo, come quasi ogni giorno, i viali di Villa Borghese in Roma, con la mia bici Bianchi rossa. Avevo affinato nel tempo una tènnica particolare per evitare il maggior numero di salite tra casa mia e il centro della città. Tale affinamento consisteva nel passare astutamente dentro Villa Borghese.

Era un giorno primaverile, o autunnale, l’ora tra le 10 e le 16.

Uno sparabiniere in moto, con lampeggiante regolamentare, mi affiancò facendomi segno di accostare. Lo ignorai, continuando a pedalare, solo due/tre centimetri più vicino al marciapiede.

Il punto lo ricordo bene: era il Viale delle Magnolie, non lontano dalla Casina Valadier.

Dopo circa undici o dodici secondi – non saprei dire con esattezza, sono passati più di quarant’anni – sopraggiunse un gruppo di ciclisti.

Era una corsa di veterani, più una passerella che una competizione vera e propria. Tra di loro, Gino Bartali.

Per un breve tratto di strada fui riassorbito dal gruppo, con il quale percorsi, a occhio e croce, un centinaio di metri.

Posso dire, e dico da allora, di aver pedalato con Bartali. Lo considero forse il punto più significativo della mia parabola esistenziale.

2 commenti to “Cento metri con Gino”

  1. Avatar di Renato Pozzecco

    Ricordati che nello sport è come nel ciclismo, tra i quali l’importante è partecipare

  2. Avatar di Fabio Rizzari

    Concordo con presentimento, Vigorone

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