Tuttologi (del vino e non)
“Ci sono persone che sanno tutto, e questo è tutto quello che sanno”
Osca Uàil
di Faro I.
Cosa vince di mille secoli il silenzio? Tu, o amico Foscolo, o amico poeta, possedevi diverse licenze, tra le quali quella detta poetica.
Noi possiamo osare l’impiego di una parte dei tuoi secoli per descrivere la bontà del pistacchio della romana bottega Neve di Latte: il pistacchio Neve di Latte vince di trecentodieci secoli il silenzio pistacchistico della Capitale.
E ciò vincendo inoltre l’innata scostanza del titolare, versato istintivamente al respingimento et allontanamento delli sua clienti.
di Raffaella Guidi Federzoni
Terra Bruna
Il poeta aveva scritto “The road not taken”. Noi, proprio quella abbiamo presa, trovandoci a percorrere quindi una strada parallela, più curvacea e stretta, di quella principale.
D’estate, all’ora di pranzo, non c’è nessuno da queste parti. Regna una calma assoluta, rinforzata dalla luce forte e bruna. Bruna come la terra intorno alle viti basse e coniche. Il loro fusto largo e massiccio, sproporzionato rispetto all’altezza dell’alberello, rivela un’età superiore alla mia. Tutto ciò mi consola mentre mi siedo su di un muretto a secco e ciondolo le gambe come un ragazzino. Se una vite ha superato il mezzo secolo ed è ancora così ricca di energia e vibrante di forza ce la posso fare anche io.
di Shameless
Tocca di nuovo a me, tutti gli altri sono impegnati. Anche i lettori sono lì a leggere le Guide, con la lente d’ingrandimento per vedere quello che non va, mai il contrario. Così mi trovo a riempire un buco alterato, mentre DuCognomi sta finendo di riscrivere le memorie sicule e la Coatta è in trasferta albionica.
Veramente non avrei un granché di nuovo, questo è il periodo del Vendemmia Blues, quest’anno più blues del solito. C’è qualcuno che ha colto l’uva a tempo di rap, con la rabbia ed il ritmo che caratterizzano il gesticolare hip hop. C’è chi ha compiuto macumbe e riti voodoo, di sicuro per nessuno è stato un giro di valzer.
Ovvero del felice riutilizzo dei vini respinti perché considerati difettosi
di Francesco Romanazzi
Da lungo tempo la cronaca enoica più autorevole concentra la propria attenzione sui numerosi casi di sanzioni amministrative e pecuniarie che molti produttori od operatori del settore sono costretti a subire a causa di leggi dalle maglie sempre più strette, rischiando però di tralasciare le questioni più terra terra che spesso affliggono la routine quotidiana dei venditori-bevitori del nettare di Bacco. Noi allora, dal nostro basso profilo di alterati (e non alteri), vogliamo parlarvi non tanto di quei vini cui non è stata riconosciuta la giusta dignità legale, quanto di quelli che molto più prosaicamente vengono respinti – o “avanzati” – dai clienti dei negozi, dei ristoranti e delle mescite più improbabili, clienti che sono i destinatari finali di prodotti che spesso vengono mal comunicati o mal proposti e quindi il più delle volte mal compresi.