Nel caso non ve ne foste accorti, è estate. La temperatura è un po’ alta, il sacco scrotale un po’ basso, in attesa di fare quei tre o quattro giorni di vacanza che permettono le finanze attuali. Un classico della stagione sono le parole crociate, che l’eccellentissimo accademico Armando Castagno ci propone in versione alterata. Spaccatevi pure le meningi a risolvere lo schema, dovesse rimanervi qualche casella vuota la soluzione sarà pubblicata il primo di settembre. (F.I.)
Parole crociate alterate
Io Italio, tu Itali, egli Italia, noi Italiamo
di Raffaella Guidi Federzoni
Ad un certo punto il Grande Facitore si stufò di ruzzare*, la pallotta da lui manipolata era quasi finita. Gettò a casaccio i pezzetti avanzati nella polla sgorgata da una sua goccia di sudore e diresse l’attenzione verso altre galassie.
Forse non era una goccia di sudore, bensì una lacrima di dolore. Il dolore dato dalla consapevolezza divina che la perfezione appena creata sarebbe stata per sempre incompresa. O meglio, contesa. O ancora meglio, si sarebbe trasformata in qualcosa non voluto, ma alla fine accettato in nome della libertà di scelta proprio da Lui inventata.
Lo sapevate che…
rubrica settimanale provvisoria
a cura di Federico Maria Sardelli
… il concerto di musica contemporanea più interessante del nostro secolo fu quello in cui il maestro Ralph Gangilli, allievo di Stockhausen e Cage al Centro di Musica Contemporanea di Darmstadt, si palesò in iscena cor una cassetta di pere spadone che divorò nell’arco di sei minuti. L’entusiasmo del pubblico in quell’occasione fece sì che, dopo l’ovazione, il maestro fu fatto oggetto di pressanti attenzioni degli ammiratori che lo sollevarono in trionfo per l’orecchio mentre un altro gli strizzava le palle e gli diceva di non azzardarsi a farlo più sennò gli avrebbero fatto come agli sciacalli dopo il terremoto in Algeria, che li prendevano per un orecchio a vite mentre un altro gli strizzava le palle e lo avvertiva di non farlo più.
Gate 05
di Shameless
Dopo una mezz’ora passata a sfogliare libri, aprendo una pagina a caso per farmi un’idea della scrittura di chi accetta di mettere in vendita le sue parole per meno di venti euro, non ho comprato nulla. Sono arrivata al gate, mi sono seduta e ho scritto una storia. Una storia che mi sarebbe piaciuto leggere. Una storia breve. Una storia da blog, anzi una enostoria da enoblog.
La storia è questa: