28 marzo 2013

di Raffaella Guidi Federzoni
Nel giorno in cui a casa mia – intesa come luogo di residenza e di lavoro – iniziava di nuovo a soffiare la tramontana avvelenata del protagonismo maligno, io percorrevo a passi veloci i corridoi esterni della fiera, anch’essi spazzati da un vento gelido. L’ultimo giorno della Prowein è sempre quello più stagnante. Gli affari consistenti sono ormai conclusi, i visitatori importanti se ne sono andati e si comincia a pensare al ritorno. Rimane il tempo per gli ultimi assaggi senza stress, da queste parti tutto si svolge con passo tranquillo privo della concitazione disorganizzata del Vinitaly.
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25 marzo 2013

di Giancarlo Marino
La bella addormentata nel bosco (Volnay Champans 1964 Voillot)
La Côte de Beaune non ha dato e non darà mai vini all’altezza di quelli della Côte de Nuits. Quello che mi ha sempre disturbato nel sentire affermazioni del genere, non è tanto la verità o meno dell’assunto, quanto la constatazione che per qualcuno sia impossibile evitare di ingabbiare tutto in classifiche e graduatorie. Lo so da me, e non occorre un mago per saperlo, che in Côte de Nuits nascono le gemme più preziose della Côte d’Or, ma questo non vuol dire che più a sud non possano nascere, seppur più raramente, vini ugualmente grandi. Avrei potuto indicarne almeno altri 4 o 5 dello stesso produttore (Pommard Rugiens 1971 e 1978, Pommard Les Epenots 1971 i primi che mi vengono in mente) o di altri produttori (Volnay Clos des Chenes 1991 e 1993 di Lafarge i primi che spuntano da qualche cassetto della mia memoria).
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20 marzo 2013

di Giancarlo Marino
Coming-out
Non appena si è saputo che perfino il noto cantautore X apprezzava il vino di Borgogna, si è sollevato nel mondo webbico un vero e proprio moto popolare: basta con la Borgogna, sempre Borgogna, solo Borgogna. Prima o poi accadrà: così come raramente si incontra una persona che ammetta di votare per Berlusconi, quasi se ne vergogni, capiterà che in pochi ammetteranno di bere Borgogna per non essere additati al pubblico ludibrio. Ecco perché ritengo che questo sia il momento più giusto per fare coming-out: amo la Borgogna e non solo non me ne vergogno, ma ne sono felice. Dimenticavo, a meno che non lo dica espressamente, quando parlo di Borgogna parlo di vino rosso. Per i bianchi, che pure apprezzo moltissimo, non devo fare coming-out per il semplice motivo che questi vini sono perennemente in competizione gustativa con almeno altre tre o quattro tipologie, con esiti alterni.
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18 marzo 2013

Lungamente atteso, è in arrivo nelle pagine dell’Accademia il nuovo post del Magister Giancarlo Marino. Tema prescelto (e caldeggiato dalli altri Alterati), le bottiglie le più emozionanti della sua storia di saggio e illuminato bevitore. Imperdibile.
Da qualche parte fra domani, martedì 19, e giovedì 21.
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18 marzo 2013

di Raffaella Guidi Federzoni
Leggo il significato della parola Fantasia : “Capacità della mente di inventare situazioni e figure che non si danno nella realtà o di elaborare quelle reali”.
Perché ho deciso di scriverne e perché proprio qui?
Questi sono tempi in cui non passa giorno che le ali di questa Signora* non vengano pestate da scarponi chiodati recanti il nome di dura realtà. La realtà del lavoro, degli impegni familiari, della politica, del presente fosco di cattivi presagi. Il mondo del vino è mondo reale, non un satellite lontano. È popolato da obblighi, scadenze, sgradevolezze in genere. La fantasia è stata buttata fuori, non ha più residenza da queste parti. Viene considerata scomoda e fuorviante.
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14 marzo 2013

di Giampaolo Gravina
Dipinto da Mirò nel 1924, l’Ampolla de vi raffigura un singolare frammento di natura morta, come spaesato in un orizzonte acuminato di consistenza incerta. La composizione comunica un senso di deserto e di approdo estremo: profili e contorni delle cose, non appena accennati, si perdono sfumando nell’apertura indefinita di uno sfondo che ha il colore assorbente della sabbia, appena modulato. La linea dell’orizzonte, a destra ancora unita, si assottiglia al centro in un tratteggio vago: tra terra e cielo non c’è separazione, ma continuità e trapasso in un’unica indifferenziata estensione.
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13 marzo 2013

di Rizzo Fabiari
È un mio pallino e ne ho scritto pochi giorni fa qui, nel blog espressico. Qual è, se esiste, il punto di vista più rispettoso delle proporzioni complessive nel valutare un vino? E più in generale, a quale obiettivo ideale deve tendere l’informazione, tutta la buona informazione? Lo si può capire in una trentina di secondi. Senza tanti giri di parole. In un vecchio ma ancora efficacissimo filmato del noto quotidiano britannico The Guardian.
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11 marzo 2013

di Raffaella Guidi Federzoni
Questo è il tempo dell’astinenza e della penitenza. Dal punto di vista puramente enoico l’astinenza più ovvia sarebbe quella da alcol e la penitenza più dura quella di bere vino cattivo.
Mentre però l’attuazione della prima non presenta difficoltà – a parte effetti collaterali come sbalzi d’umore, secchezza delle fauci, insonnia e tendenze omicide – per mettere in pratica e perseverare nel sacrifico di bere vino cattivo, qualche problema c’è.
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