8 giugno 2015

di Raffaella Guidi Federzoni e Snowe Villette
Non è che vada spesso tutto bene- bene. A volte in passato andava anche male-maluccio.
Ultimamente siamo sul così-così.
Dipende dall’essere sempre nel mezzo.
Né carne, né pesce.
Né piccoli, né grandi.
Né zuppa, né pan bagnato.
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17 marzo 2015

di Francesco “Falco” Falcone
Ci transitano in tanti ma in pochi si fermano. Perciò è così misteriosa: bella, ricca di suggestioni, ma parecchio sconosciuta. Ed è per le stesse ragioni che sa essere anche sorprendente: come una perla preziosa, rara, nascosta nel guscio del Paese.
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11 febbraio 2015

di Raffaella Guidi Federzoni
Veramente i miei post in gestazione erano altri due. Il primo già quasi scritto completamente, il secondo arrivato a metà strada. Entrambi scritti con tono pontificale, sentenzioso, supponente.
Invece ci vuole umiltà. Soprattutto in questa stagione.
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24 dicembre 2014

di Raffaella Guidi Federzoni
Natale è una festività cristiana, lo scrivo subito per evitare perdite di tempo a lettori laicamente scettici e politicamente corretti. Una ricorrenza astuta che ricorre ogni anno subito dopo il solstizio invernale, e muta la celebrazione pagana del graduale passaggio dalle tenebre alla luce in una affermazione religiosa in cui il divino si incarna nell’umano. Tutto ciò avviene senza pompa né dispiegamento di eserciti, ma solo grazie al naturale nascere di un neonato.
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8 ottobre 2013

di Emanuele Giannone
Questa è semplice aneddotica, off topic e di basso profilo. Se interessano nomi e note e il resto è letteratura o noia, vae vobis: qui nulla troverete di tutto questo. Altrimenti benvenuti a Medana, Goriška Brda, ovvero Collio Goriziano-Sloveno. Lo sfondo è una mattina rovente. In barba al solleone, Aleks Klinec[1] è in vigna da ore a nebulizzar tisane autoprodotte. Sua moglie è in ferie. Nella gloria del disteso mezzogiorno sopraggiunge, tutt’altro che distesa, Mamma Klinec: due tedeschi alla porta, ansanti e assetati. L’ora è quella del pranzo, le paste fatte in casa e domači pršut in salama[2] chiamano, ma come astenersi dal soccorso? Avanti. Ed ecco avanzarsi gli eroi di Teutoburgo: uno rotondo e rubizzo, l’altro estenuato e compunto.
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19 giugno 2013

di Raffaella Guidi Federzoni
Si dice che quando cala improvviso il silenzio in uno spazio affollato e rumoroso è perché sta passando un angelo. Un momento sospeso, prima che riprenda il traffico e la conversazione. Un attimo in cui sarebbe bene non pensare, ma solo avvertire quel muoversi angelico di ali.
Noi siamo sensi e pensiero, quando ci va bene riusciamo a farli convivere decentemente nella nostra carcassa umana, mandarli avanti più o meno in parallelo senza grossi traumi. La nostra avventura esistenziale ci presenta piaceri e difficoltà, con i sensi apprezziamo i primi e col pensiero cerchiamo di trovare soluzioni alle seconde. Così, quasi sempre, viviamo.
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16 Maggio 2013

di Giancarlo Marino
Non riuscendo a convincermi a buttare le oltre cento bottiglie vuote che facevano bella mostra di se sui mobili della cucina, alcuni anni fa mia moglie decise che era venuto il momento di rifare la cucina. Inutile dire che quelle bottiglie non fecero più ritorno, dando vita alla raccolta differenziata di rifiuti più carica di significati che si ricordi. Da quel giorno, con grande accondiscendenza, mia moglie mi ha riservato un piccolo angolo della cucina nuova, sufficiente per una quindicina di bottiglie, che si alternano quando una nuova vuota prende il posto di una più vecchia. Di più non mi è concesso.
La dipartita non era indolore, anche perché non ho mai avuto la costanza di registrare tutte le bottiglie di vino bevute nell’arco di oltre trenta anni di esperienze alcoliche. Prima di buttare via i vuoti, decisi quindi di raccogliere il maggior numero possibile di etichette, poi amorevolmente conservate in un raccoglitore per una occasione che, prima o poi, si sarebbe verificata.
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8 aprile 2013

di Giancarlo Marino
Non ricordo se era il 1980 o il 1981.
In famiglia mio padre era l’unico a bere vino, un bicchiere a pasto di bianco dei castelli romani, che il medico gli aveva prescritto e che lui acquistava nelle famose fraschette che si susseguivano senza soluzione di continuità lungo la strada che, attraversando Frascati e Monteporzio, si inerpicava fino a Montecompatri, dove avevamo casa. Ogni tanto provava a farmene bere, ma dopo diversi tentativi aveva rinunciato. Io preferivo la birra.
Ero astemio, di fatto, non per caso ma per scelta.
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