Parodia relativamente poco nota, è all’altezza dei migliori testi di Breton e Aragon. Seconda parte.
Parodia relativamente poco nota, è all’altezza dei migliori testi di Breton e Aragon. Seconda parte.
di Fabio Rizzari
E mo’ bbasta, no? Come l’esercito planetario dei miei lettori – italici, danesi, lettoni*, indiani, bulgari – sa, da decenni faccio a testate contro ogni forma di luogo comune. Anche il principio più sacrosanto, se ripetuto supinamente come verità incontrovertibile, assume il timbro stridulo e irritante delle parole d’ordine.
Oggi mi sono svegliato con uno speciale risentimento verso il cliché del cibo e del vino “autentici”, “veri”, contrapposto dai saggi e dai dietologi al cibo e al vino industriali, “finti” per definizione.
rubrica settimanale provvisoria
a cura di Federico Maria Sardelli
… la Mostra più frequentata e interessante dell’anno è stata quella dell’artista texano Fred Paglianti, il più esponente dello spicco artistico dello scorso anno, celebre, anzi famoso, per le sue opere d’arte in movimento: si tratta di barattoli verniciati di rosso a cui l’artista ha collegato delle manine meccaniche che, azionate da un dispositivo complicatissimo ma costoso, consentono all’oggetto di spostarsi da solo, disertando la mostra;
di François Begues
C’era una volta la mania di iniziare i film con c’era una volta
(Da Il Begheretti 2015)
Questo film è ambientato in una strada che ha sullo sfondo il poster di un ponte. La chiave di lettura è chiara: qualunque sia la tua prigione, c’è sempre una via d’uscita. In realtà si scoprì in seguito che il regista aveva intenzione di piazzarci una distesa di cactus ma la produzione decise che era ora di farla finita con gli spaghetti western.
Parodia relativamente poco nota, è all’altezza dei migliori testi di Breton e Aragon.
di Raffaella Guidi Federzoni
“Incapace di scrivere in maniera sciatta”*. Questo fu scritto riguardo ad Evelyn Waugh, autore britannico sconosciuto alle nuove generazioni impegnate in letture sanguinolente o stucchevolmente romantiche. Peccato perché alcuni dei suoi libri meritano tutt’ora di essere letti, se non altro per capire cosa significhi la leggerezza e l’ironia nello scrivere sulla crudeltà dell’essere umano e di una certa società.
di Fabio Rizzari
Collocandolo inattaccabilmente nella sezione “oldies but oldies”, pubblico qualche frammento di un post espressico del 2009 dedicato a Madame Leflaive, sublime creatrice di vini dipartita ieri verso le vigne celesti: che, a giudicare dal lascito dei suoi vini, non saranno poi molto più grandi delle sue vigne terrestri.
rubrica settimanale provvisoria
a cura di Federico Maria Sardelli
… il gioco più antico del mondo è la cosidetta “Dama Babilonese”, un raffinatissimo sistema di pedine e pezzi doppi che, veicolati sulla scacchiera da 477 regole filosofiche ferree e concettose (di chiara ascendenza zen), consentiva