di Faro Izbaziri
La mia analisi sui vizi e sulle manie degli enosnob si arricchisce con un contributo che arriva dall’America, e in particolare da uno dei comici più noti negli States per la sua vena lunare e ricca di nonsense, Dave Barry *.
di Faro Izbaziri
La mia analisi sui vizi e sulle manie degli enosnob si arricchisce con un contributo che arriva dall’America, e in particolare da uno dei comici più noti negli States per la sua vena lunare e ricca di nonsense, Dave Barry *.
di Fabio Rizzari
Ieri sera ho bevuto un Nuits St Georges Les St Georges 1998 di Gouges, un vino di intensità irradiante al palato, che aveva però il non trascurabile limite di una scorbutica, quasi insuperabile riduzione al naso. Dico quasi perché devo ancora attendere un giorno o due che l’altra metà della bottiglia si esprima compiutamente.
di Fabio Rizzari
Alla passione per i titoli in genere affianco la passione specifica per i titoli dei Topolino editi nel nostro paese negli anni 60 e 70. Gli autori e disegnatori italici dell’epoca (Martina, Carpi, Scarpa, etc) avevano un gusto particolare per i giochi di parole (l’esploratore artico Paolo Nord, il critico letterario francese Georges Pourparler, l’antiquario Nataniele Ragnatele, il bandito Max Nadier) e per i titoli evocativi: Zio Paperino e l’ametista mai vista, Paperino e le ventimila beghe sotto i mari, Zio Paperone e il leon donato, eccetera.
di Fabio Rizzari
È una banalità, ma ancora qualcuno lo ignora: l’autore non è necessariamente il soggetto più acuto e affidabile nel dare pareri sulla sua opera. Quando un’opera – sia un testo letterario, un dipinto, o più modestamente un vino – viene ultimata, licenziata, l’autore è una delle voci autorevoli nell’interpretarla, non per forza la più autorevole.
di Fabio Rizzari
La più rivelatrice delle confessioni di Gioacchino Rossini conferma quanto l’intreccio tra percezioni sensoriali differenti possa essere inestricabile: “ho pianto tre volte nella mia vita: quando mi fischiarono la prima opera, quando sentii suonare Paganini e quando mi cadde in acqua, durante una gita in barca, un tacchino farcito ai tartufi”.
di Fabio Rizzari
Collocandolo inattaccabilmente nella sezione “oldies but oldies”, pubblico qualche frammento di un post espressico del 2009 dedicato a Madame Leflaive, sublime creatrice di vini dipartita ieri verso le vigne celesti: che, a giudicare dal lascito dei suoi vini, non saranno poi molto più grandi delle sue vigne terrestri.
di Rizzo Fabiari
Al netto delle notevoli difficoltà colturali, enotecniche, burocratiche legate alla produzione di un buon Sangiovese, resto alla parte che riguarda direttamente un critico, la valutazione del vino finito. Delle numerose variabili teoriche e pratiche connesse allo studio di una tipologia di vini, la stappatura di una bottiglia prodotta in una fase storica ormai lontana aiuta di solito a leggere meglio il presente.