
Diec’anni fa saliva ai Campi Elisi Giorgio Marchetti alias Ettore Borzacchini, unico esempio di scrittore, umorista e soprattutto goliarda che sapeva unire le doti di umorista, goliarda e scrittore come pochi e direi come nessuno.
Nel 2012 gli chiesi il permesso di poter pubblicare qualche lacerto di una delle sue opere più illustri,
Il Novissimo Borzacchini, e lui – che purtroppo non ho mai avuto la fortuna di incontrare di persona – acconsentì con grande gentilezza (anche perché era un po’ che non usava il verbo acconsentire).
Ripropongo qui quella prima puntata, con la deferenza che si deve alla memoria di un grande della nostra Patria.
F.R.
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Inauguriamo una rubrica di carattere squisitamente goliardico: goliardia che è una delle due facce dell’espressione alterata (l’altra è quella del cazzeggio puro). La terza faccia della medaglia è ovviamente quella della serietà, della profondità, della qualità, soprattutto della modestia accademica.
Proporremo pagine scelte de Il Nuovissimo Borzacchini (ed. Akademos, 1992), dizionario di termini dialettali livornesi, nella maggior parte dei casi grevi e grevissimi. Opera insigne di Giorgio Marchetti, già firma storica del Vernacoliere, raccoglie in uno stile originale il meglio delle parolacce e delle espressioni labroniche più politicamente scorrette; anzi, non scorrette, in certi casi proprio criminali.
F.R. (bis)

