In Romagna sta succedendo qualcosa*

di Raffaella Guidi Federzoni

“La bellezza culturale ed estetica italiana non appartiene solo alla Toscana, a Roma e a Venezia” questo il mio pensiero dominante nelle prime ore di visita a Brisighella, uno dei best kept secret riguardanti l’Italia in generale e il vino in particolare. Spero non per molto, perché questo posto e quello che ci sta succedendo meritano più attenzione e seguito.

Sono stata invitata in Romagna per conoscere dal vivo e toccare con palato i primi passi di un progetto che coinvolge un luogo e un vitigno, più diversi esseri umani coraggiosi e testardi; anche molto generosi nell’accogliere un manipolo di appassionati e professionisti per due giorni intensi e coinvolgenti.
Il posto ospitante è stato un convento** che meriterebbe un racconto separato, forse un giorno lo scriverò: una versione altrettanto estesa ma più allegra e serena dell’Overlook Hotel.

Il nostro manipolo era tutto italiano, purtroppo; nessun opinion leader forestiero, di quelli che sfornano punteggi e spostano casse. Solo noi sopravvissuti dai Roaring Nineties del secolo scorso, ancora convinti che si possa restare seri e integri nel raccontare o scrivere di vino e dintorni in modo onesto e competente. Più qualche Nuova Leva che testardamente insiste sulla stessa strada, sempre meno frequentata.

Ne sono state un esempio lampante le due persone che hanno condotto due separate degustazioni; diverse per sesso, età, percorso professionale, uguali per capacità di catturare l’attenzione degli astanti senza bisogno di paillettes ed effetti speciali, solo competenza e simpatia. Non faccio nomi, scrivo solo che si chiamano rispettivamente Federica Randazzo e Fabio Rizzari [ohibò, mi sono appena accorta che essi hanno in comune le iniziali e ben due “z” nel cognome].

Di cosa si è trattato?
Di “A” come Albana e di ”B” come Brix.

A oggi, se pronuncio il termine “Albana” la stragrande maggioranza degli ascoltatori – all’estero e anche in Italia – mi corregge pensando che parli di una piccola Nazione adriatica nostra dirimpettaia a oriente. Lo pensa oggi e forse anche domani; speriamo quindi nel dopodomani, quando finalmente questo vitigno sarà conosciuto urbi et orbi come altri già ben consolidati nell’immaginario collettivo.

Cosa ha di peculiare l’uva Albana? In sintesi, quello che può essere la sua fortuna o la sua condanna: la versatilità. A tutt’oggi vengono proposte diverse versioni derivanti dalla stessa madre, più o meno azzeccate, forse la più conosciuta è quella di vino “passito” da fine pasto. Peccato, perché il camaleontismo del vitigno può esprimersi con freschezza floreale, o con struttura tannica e alcolica importante, o con un retrogusto morbido tendente al dolce, e così via. Fino a ora nessuna di queste percezioni olfatto-gustative ha sovrastato le altre e questo è il vero problema. Tanta plasticità confonde, anonimizza*** e relega il vino così denominato in uno spazio mediocre.

Eppure esistono già prove ottime di singoli produttori romagnoli che lavorano sodo da anni per selezionare, affinare e promuovere l’Albana al di fuori dei confini regionali. Esistono alcuni ambasciatori all’estero che hanno iniziato a comunicarne l’esistenza e il valore. Sicuramente però non basta per affermarlo come grande vino bianco italiano.

Da poco esiste anche un progetto comune chiamato Brix , antico nome di Brisighella [cittadina-gioiello semisconosciuta e per questo più preziosa].
Per capire cosa sia bisogna partire dal luogo, dalla posizione, dal suolo diviso in tre macro-zone. Di questo hanno parlato due dei principali attori del programma/protocollo Anima dei Tre Colli introducendo nei dettagli le particolarità geologiche e geografiche che caratterizzano l’area di produzione all’interno della quale viene coltivato circa il 20% di tutta l’albana della regione.

A cosa puntano i vignaioli dell’associazione che al momento sono meno di una dozzina? Produrre un vino più coeso dal punto di vista stilistico, più comprensibile per il mercato internazionale, capace di esprimere l’identità aromatica ed energetica del vitigno, costante come qualità vendemmia dopo vendemmia.
Un obiettivo ambizioso anche per il prezzo di partenza, ma non impossibile.

Si tratta dell’infanzia di qualcosa che potrebbe crescere e maturare bene, benino o male. Nel corso delle varie degustazioni dipanatesi in due giorni, ho avuto l’impressione di essere di fronte a una bambina goffa e acerba, con le gambe troppo lunghe e i movimenti scoordinati; però promettente nei lineamenti e circondata da un’effusione solare e gioiosa. La bambina è l’Albana del Brix, in qualche bottiglia più convincente che in altre; in quei giorni ne ho discusso con persone diverse, più esperte e smaliziate di me. Già molti articoli riguardanti l’evento sono stati pubblicati, quindi non mi avventuro su di un terreno già esplorato abbondantemente da chi ne sa e ne capisce più di me.

Quel che vorrei puntualizzare alteratamente – come da copione – è una statistica, fondamentale per la riuscita di un progetto:

40% qualità, che in nuce esiste ma deve consolidarsi.
40% promozione e/o marketing, che vanno pensati accuratamente; con un prezzo di partenza non certo competitivo anche le poche bottiglie prodotte devono essere introdotte e spinte nei luoghi giusti e non morire sugli scaffali o, peggio ancora, in cantina.
20% culo, che non dipende né da me né da te ma dalla volontà degli dèi dell’Olimpo, soprattutto l’Olimpo vinoso.

Ci sono casi di successo globale nati piccolissimi, cresciuti con calma o esplosi rapidamente. L’incertezza è il nostro umano mestiere, ma rimango ottimista perché mi piacerebbe moltissimo riscontrare il successo di ciò che ho visto nascere.
Tanto più che sto scrivendo in un momento particolarmente difficile; di nuovo una catastrofe climatica sta letteralmente inondando parti di quella regione. Quanto lavoro, quanta fatica, quanto dolore non tanto lontano da qui. Vivere con e per la terra è un privilegio e una responsabilità che richiedono testa, cuore e gambe; per questo, ma non solo per questo, sono vicina, appoggio e ammiro il coraggio di chi sta andando avanti risoluto nel creare qualcosa di nuovo che si chiama Brix.

*Incipit introduttivo di Federica Randazzo

** Convento Emiliani, Fognano

*** Ho controllato sul dizionario, il termine esiste

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