Cinesnob/enosnob

di Fabio Rizzari

Lo snobismo infetta tutti gli amanti del vino, chi più chi meno, quindi non dichiariamoci/dichiaratevi immuni da questo morbo. Inoltre, lo snobismo enologico è ben più letale rispetto ai pur temibili snobismi dei cinefili, o dei musicofili, o dei patiti di moto.

Per condurre un’efficace autodiagnosi i più onesti con se stessi possono per esempio cominciare leggendo un gustoso libretto dal titolo Dizionario Snob del Cinema, dove i tic e le aberrazioni dei cinesnob sono messe sottilmente in ridicolo, come meritano. I punti di contatto con gli enosnob sono purtroppo numerosi. Ecco una breve e illuminante premessa del libro:

“Il cinefilo snob custodisce gelosamente il proprio esoterico sapere. Il godimento che prova nel guardare un film non deriva soltanto dall’esperienza sensoriale in se stessa, ma anche dal fatto di saperne più di voi. Zelante guardiano di questa superiore conoscenza, ritiene che le masse di bocca buona cui piace Julia Roberts non abbiano alcun diritto di essere informate riguardo alle opere di Samuel (Cane Bianco) Fuller e di Andrei (Solaris) Tarkovsky. In effetti il cinefilo snob si crogiola nell’idea che il pubblico è stupido e non lo si può educare, il che lo distingue dalla più bonaria figura del patito di cinema, l’infaticabile entusiasta alla Scorsese che prova un piacere quasi fisico nel far conoscere ai novizi Ladri di Biciclette e i film di Powell e Pressburger”.

Sempre con intenti di automedicazione provo a suggerire un giochetto analogico di allenamento, seguendo lo stesso schema di pagina 147 del suddetto libro: qui, alla domanda “è un film o è Cinema?” gli autori rispondono con una serie di esempi:

È un film se è sulla copertina di Première. È cinema se è sulla copertina dei Cahiers du Cinéma.
È un film se è in bianco e nero perché è vecchio. È cinema se è in bianco e nero perché è di Jarmusch.
È un film se si vedono le tette e il culo. È cinema se si vede il pene.

E così via. Proviamo a buttarne giù qualcuno tradotto in “enosnobbese”:

È uno Chardonnay se è Planeta. È un grande bianco se è un Meursault di Coche Dury.
È un rosso “internazionale” se è il Barolo di [omissis]. È un rosso di culto se è il Barolo di Cappellano (meglio se da vigne a piede franco).
È un rosso maremmano se è un vino di [omissis]. È un vino di culto se è un vino di Massavecchia.
È un [prosegue ad libitum]

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