
di Raffaella Guidi Federzoni
“Costa troppo.” Due parole che cadono nel silenzio freddo di un ristorante chic a Miami. Silenzio perché siamo assorti nella degustazione del mio vino principale e freddo perché l’aria condizionata è sparata a mille come sempre da queste parti.
“Costa troppo.” A pronunciarle è un ragazzo sbarbato di fresco, snello e con un’onda di capelli folti e scuri ben sistemata sulla fronte liscia. Un ragazzo italiano, che lo possino!
“Costa troppo.” ha detto, lanciando un’occhiata complice al suo diretto superiore, il quale sta lasciando proprio in questi giorni le redini delle decisioni di acquisto ad uno stronzetto che potrebbe essere mio figlio, ma meglio di no, perché nel caso sibilerei “non dire idiozie”, serrando le mani per non mollargli uno sganassone.
