
di Fabio Rizzari
Dieci anni fa più o meno esatti, il 20 settembre 2006, se ne andava Henri Jayer, vignaiolo borgognone già abbondantemente deificato in vita. Figuriamoci a che livello è arrivata oggi la sua santificazione, con la cascata di confettura agiografica che hanno fatto colare sul suo nome dai quattro angoli del pianeta.
Per capire l’attuale situazione jayeriana vediamola dal punto di vista sentimentale, cioè da quello dei soldi. Una sua bottiglia di Cros Parantoux (di una delle annate rare, a cominciare dal 1978) costava un lustro fa sui 5.000 euro, che è pure una bella sommetta; attualmente ne vale 50.000, dieci volte tanto. Per non parlare del suo Richebourg, capace di superare nelle aste degli iper-ricchi i prezzi stellari della stessa Romanée Conti.
