di Armando Castagno
Grandi novità per il Brunello di Montalcino a partire dalla vendemmia 2014: in occasione del recente “Benvenuto Brunello” sono stati ratificati gli accordi con i due rappresentanti del Ministero Marziano per le Importazioni Interplanetarie, gli eccellentissimi signori P956*10-12 (da qui in avanti “Pino”) e G944GATFx6Rd2 (da qui in avanti “Gino”); al proposito, ci scusiamo per non poter pubblicare le foto dello storico evento, ma non è colpa nostra: Pino è alto 6 centimetri, mentre Gino è un neutrone.
Nella stessa occasione sono state assegnate dal Consorzio, grazie ad una speciale deroga accordata dal presidentissimo Ravelli, le stelle di merito alle vendemmie future 2012 (mezza stella), 2013 (mezza stella) e appunto 2014 (sei stelle), stimolando in Gino e Pino la decisione, presa su due piedi (si fa per dire: essi volano), di aumentare d’acchito del 5.000% le esportazioni verso Marte di detta annata. Il vaticinio sulle annate future ha seguito crismi di inappuntabile imprenditorialità: la squadra che ha messo a punto le previsioni era formata da James Suckling, Pierre “La Sultana”, Branko, Verthumna (un aruspice etrusco ormai anziano ma ancora vigile), Frate Indovino, un sedicente pronipote di Nostradamus per parte di madre (si chiama Nencioni) e il direttore de “La Schedina”.
Ma la notizia veramente strabiliante è che a partire dalla raccolta in oggetto il celeberrimo vino montalcinese sarà verde e non più rosso-granato: la speciale colorazione è stata così giustificata da Ravelli : “stiamo deliberatamente adottando uno stile marziano perché il nostro mercato di riferimento è il pianeta Marte”. Quanto al contenitore, è confermato che il Brunello verde sarà imbottigliato in normali bordolesi; ma per resistere al viaggio interplanetario, e a sbalzi pressori anche di 20 atmosfere, ciascuna bottiglia sarà avvolta in tre giri di SecureBag in dotazione all’aeroporto romano di Fiumicino (il signor Sergio C. sta ancora cercando di aprire la valigia del suo viaggio di nozze del 1968 dopo aver tentato invano con il tritolo a dicembre scorso).
In ossequio ai principi di naturalità che anche a Montalcino stanno rapidamente prendendo piede, la colorazione verrà effettuata con succo di fave accelerato nel sincrotrone di Frascati fino ad assumere blanda carica radioattiva; prove effettuate sull’Orcia e sull’Ombrone, una volta chiesto il permesso all’azienda che ne estrae due Colossei colmi d’acqua all’anno per mille euro totali dopo accordi con la provincia di Siena, hanno dato esiti confortanti: un cucchiaino di succo di fave accelerato, versato nell’Ombrone all’altezza di Rapolano Terme, ha colorato di verde acido in 17 secondi il Mar Tirreno dalla foce di detto fiume fino a Maiorca.
Il vino sarà dunque realizzato tenendo presenti quasi esclusivamente le esigenze dei marziani, i quali, si calcola, sono pronti ad importare una quantità di Brunello di Montalcino ben superiore a quella ad oggi prodotta: è in dirittura d’arrivo in Commissione Agricoltura, a tal uopo, un allargamento straordinario verso meridione dell’areale di produzione, che dovrebbe arrestarsi in corrispondenza di una piantagione governativa di manioca nel Malawi. Interrogato dai giornalisti sul possibile calo qualitativo del Brunello, Ravelli ha così risposto: “Qualità è quello che piace. Chi vende ha ragione. Chi non vende non ha niente da insegnare”.