Gloria al Vino degli Amici

di Gae Saccoccio

Tra i mosti glou glou, i vinacci ultrapremiati, i vini sciropponi aromatizzati alla barrique, i vinelli ripassati sul cemento nudo e crudo gang-bang, rifritti nell’anfora di Scozia o sbollentati a  macération carbonique nelle porcellane di Nuova Zelanda…

più d’ogni cosa a rompere inesorabilmente le cazzo d’uova nel paniere, gira che ti rigira, è sempre e soltanto la durissima, la impura legge del mercato che trita senza distinzione alcuna, risucchia e sputa tutto con selvaggia determinazione, alla ipercinetica velocità della Domanda e dell’Offerta, luride canaglie!
Vigne, vignaioli, enologi, consumatori, etichette, mode, atteggiamenti, aggettivi, tecniche, approcci, consulenti, affinamenti, filosofie produttive, denominazioni, cattedre universitarie, etiche professionali, laboratori d’analisi, centri di ricerca… cambiano direzione a seconda di come gira il vento degli interessi, né più né meno che alla stessa stregua della situazione economico-politica di contorno per cui stiamo pian piano schiattando in corpo ormai da decenni in questa cancerosa melma d’attualità perennemente remota.

Molto meglio allora tornare a tracannare i vini senza etichette, senza più ambivalenti pressioni e compromissioni commerciali. I vini lontani dal marketing, anzi meglio, riformulo: lontano il marketing dal vino! Il vino sfuso insomma. “Il vino degl’amici” come direbbero Scipione e il Ghègo al Giglio.

Così almeno, fino a quando anche “il vino degli amici” non diventi anch’esso slogan à la page, etichetta di tendenza a sua volta da poter rivendere a scaffale; ma quando questo succederà noi si spera di stare a gozzovigliare già da tempo immemore altrove. All’Inferno più bieco che c’è si spera, nel girone degli “amici del vino senza altra aggiunta se non l’uva”.

La solforosa, i lieviti selezionati, i diserbanti, gl’intrugli farmacologici e i mille altri inghippi manipolatori di campagna o in cantina, son tutte altre faccende più tipiche da Purgatorio, robaccia perbenista da Paradiso con cui, ringraziando il Demonio, non potrò avere più nulla a che vedere… in saecula saeculorum. Amen.

2 commenti to “Gloria al Vino degli Amici”

  1. Avatar di Pier Giorgio Paglia

    mi sono sentito così anche io, quando ho scoperto che il La Tache 2002 sapeva di tappo…

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