Tema: Il mio primo viaggio in Borgogna

asilo

di Francesco Beghi

Svolgimento:

Settimana scorsa sono andato per la prima volta in Borgogna con i miei amici Maida, Luca e Stefano.

Il viaggio non è troppo lungo, tranne quando chiudono per un’ora e mezzo il traforo del Frejus a partire dalle 22:30 e tu arrivi alle 22:32.

Il capoluogo della Borgogna si chiama Beaune. È una bella cittadina la cui principale caratteristica è la puzza di aglio che si sente dovunque a tutte le ore.

La Borgogna è famosa per i suoi vini. In Borgogna si coltivano solo due vitigni: lo chardonnay e il pinot noir. Ci sono anche altri vitigni come l’aligoté ma sono rari. Le uve rosse sono coltivate soprattutto a nord e quelle bianche soprattutto a sud, contrariamente a quanto vorrebbe la logica ma si sa, i francesi sono strani.

Le piante delle viti sono molto basse, infatti per potarle bisogna sdraiarsi per terra. In compenso, sono talmente vicine l’una all’altra che per passarci in mezzo bisogna essere molto magri. I vigneti sembrano tutti uguali, invece non è così. Quando un vignaiolo ti parla delle caratteristiche del vino proveniente da un vigneto, se tu gli chiedi com’è il vino proveniente da un vigneto posto a due metri di distanza ti dirà che è completamente diverso.

La nostra guida era molto simpatica. Si chiama Kriac Kgnagu Kyrc Kngapul è un greco che si è laureato in enologia in Borgogna e poi è rimasto qua. Tutti i vignaioli gli vogliono bene e quando si incontrano fanno delle grosse risate. Questo ci ha permesso di visitare parecchie cantine e assaggiare tanti vini. In Borgogna le aziende grandi sono poche. La maggior parte sono aziende piccoline che hanno pezzetti di terreno qua e là e fanno 200 bottiglie ciascuna di venti vini diversi, che però costano come una settimana alle Maldive.

Anche i terreni costano molto, infatti nessuno può permettersi di comprare mezzo ettaro a meno che non sia Bill Gates o Mick Jagger, ma tanto nessuno glielo vende. I vigneti sono molto frazionati, infatti un climat (qui i cru si chiamano così) di duecento metri quadri di solito appartiene a 60 o 70 proprietari diversi. Se un terreno appartiene a un unico proprietario si chiama Monopole. Di solito un Monopole è grande come un tinello ed è separato dai vigneti intorno da dei muretti alti 20 cm.

Le cantine sono molto belle. A dire la verità appena si scendono le scale sembra tutto marcio, ma invece riescono a fare dei vini molto buoni, famosi in tutto il mondo. Tutto è ricoperto di muffa e ragnatele che se fossero in Italia la Asl avrebbe già ricoperto queste cantine con un sarcofago di cemento come a Cernobyl. Invece in Borgogna si usa così. Però non ho visto neanche un topo, e non so se sia un bello o un cattivo segno. Il vignaiolo preleva con il ladro tanti vini ciascuno da una botte diversa, te ne fa assaggiare una dose omeopatica e poi rimette quello che avanza nella botte.

Il più grande esperto di Borgogna del mondo si chiama Armando Castagno, è un mio amico e mi hanno detto che la municipalità di Beaune vuole cambiare il nome di un climat che si chiama Pommard in Pommard-Castagn. I nomi dei vini sono molto strani e complicati e nessuno al mondo ci capisce niente tranne, appunto, il mio amico Armando.

Il piatto tipico della Borgogna è l’aglio. Si può fare in tanti modi: aglio con le lumache, aglio col manzo, aglio col pollo. È molto buono e il suo bello è che lo senti in bocca per una settimana.

Per concludere, è stato un viaggio bellissimo, mi sono divertito molto e spero di tornare presto in Borgogna.

2 commenti to “Tema: Il mio primo viaggio in Borgogna”

  1. Finalmente i miei sospetti che i borgognotti (gli abitanti della Borgogna, non i mariti delle bottiglie ivi prodotte) siano bassi, magri e detestatori di vampiri, vengono confermati.

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