di Fabio Rizzari
L’aspetto più sordido dell’uomo – e ce ne sono molti – è che ha una spinta insopprimibile a distruggere la bellezza. Musicisti, pittori, poeti si affannano a cercare di mitigare l’orrido bilancio dello sterminio del bello. Ma è la sproporzione tra una bottiglia d’acqua e l’Oceano Indiano.
Di tutta la bellezza residua del pianeta, la tigre è la più stupefacente, ipnotica, sublime. Un uomo, a suo paragone, è uno stecco anchilosato; purtroppo dotato della nociva capacità di elaborare protesi e manufatti più o meno letali.
Sorprende quindi che nel 2018 esista ancora qualche migliaio di tigri. Ma niente paura: la cieca determinazione dell’uomo nel desertificare il mondo impiegherà pochi anni, o forse mesi, a completare l’opera.
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