No rush, no trash

di Emily Jo Wolfsson

O my God, already ten years! Yes, ten years ago, while the US President was Barack Obama, in Italy the Accademia degli Alterati was born. The two episodes are not really related but I needed an intriguing incipit to introduce what I am going to write.

The word “intriguing” could be also applied to this web site because after a decade this Accademia  keeps titillating the reader’s curiosity thanks to various eccentric authors, including myself.
The main reason why I occasionally write for the AdA is that I regularly love to read it.

I love to read about the wine world from different angles but I also love to read about life, meals, books, horses, cars, family, love stories with a light pinch of sex (Shameless does ring a bell to you, doesn’t it?).

The Accademia is not a straight and boring motorway which goes from A (alcohol) to W (wine); it is a comfortable sideway paved with knowledge, humor, self consciousness, that shows how it is much more fun to see a landscape away from the main road.

Before the pandemic I was able to travel to Italy at least once a year. I have done it for decades, alone or with occasional companions. I have stayed in many different places, met all sorts of people from different backgrounds. Above all I was given the chance to dismantle a certain image of Italy, Italians and Italian wines. I think that in the last ten years the stereotyped idea of the Italian world has changed in something more realistic and fluid.
The same has happened to the image ot Italian wines.

In my country now is possible to buy and drink alla sorts of bottle, coming not just from the usual areas. I can enjoy Costa d’Amalfi, Carignano del Sulcis, Petite Arvine, Romagna Albana and so on.
But drinking and appreciating Italian wines in my flat in Lower Manhattan is not the same than being on THE SPOT. It isn’t.

Waiting for being back I console myself sipping some good stuff while I read the latest post in here and feeling grateful to be a small part of it.
I promise that I will be back, sooner than later. I will fly and then ride, never too late to do it.
It is going to be good enough for me and my Bobby McGee [Freedom‘s just another word for nothin’ left to lose].*

Niente fretta, niente ciarpame

di Emily Jo Wolfsson

Mio Dio già dieci anni! Sì, dieci anni fa, mentre Barack Obama era Presidente degli Uniti, in Italia nacque l’Accademia degli Alterati. I due fatti non sono veramente collegati, ma avevo bisogno di un incipit intrigante per introdurre quello che sto scrivendo.

La parola “intrigante” potrebbe essere anche applicata a questo sito web perché dopo un decennio questa Accademia continua a titillare la curiosità del lettore grazie ad autori eccentrici vari, compresa la sottoscritta.
La ragione principale per cui scrivo occasionalmente per l’AdA è che amo leggerla regolarmente.

Amo leggere riguardo al mondo del vino da angoli diversi, ma amo anche leggere riguardo la vita, libri, pasti, cavalli, automobili, famiglia, storie d’amore con un leggero pizzico di sesso (Shameless, ti ricorda qualcosa, nevvero?).

L’Accademia non è un’autostrada dritta e noiosa, che va da A (alcol) a V (vino); è una comoda via laterale, pavimentata da conoscenza, umorismo, consapevolezza di sé, che mostra com’è molto più divertente vedere un paesaggio lontano dal percorso principale.

Prima della pandemia mi riusciva di viaggiare in Italia almeno una volta all’anno. L’ho fatto per decenni, da sola o con qualche occasionale compagnia. Sono stata in posti diversi, ho incontrato tanti tipi di persone di provenienza differente. Soprattutto ho avuto la fortuna di smontare una certa immagine dell’Italia, degli italiani e dei vini italiani. Penso che negli ultimi dieci anni l’idea stereotipata del mondo italiano è cambiata in qualcosa di più realistico e fluido.
Lo stesso è avvenuto per l’immagine dei vini italiani.

Nel mio paese adesso è possibile comprare e bere ogni tipo di bottiglia, proveniente non solo dalle solite zone. Posso godere di Costa d’Amalfi, Carignano del Sulcis, Petite Arvine, Romagna Albana e così via. Ma bere e apprezzare il vino all’interno del mio appartamento in Lower Manhattan non è lo stesso che essere SUL POSTO. Non lo è.

In attesa di tornare mi consolo sorseggiando roba buona mentre leggo l’ultimo post qui e sentendomi grata per esserne una piccola parte.

Prometto di tornare, meglio prima che poi. Volerò e poi guiderò, non è mai troppo tardi per farlo.

“Andrà assai bene per me e il mio Bobby McGee [Libertà è solo un’altra parola per dire che non hai nulla da perdere]”.*

 * Omaggio a Janis Joplin.

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