di Armando Castagno
Il piacere della ricerca incessante e lo spostamento continuo degli orizzonti d’attesa – scriveva Lyotard – “aprono le vie infinite del sublime”. Ora, senza arrivare a simili iperboli visto che tratteremo non dei motori primi dell’universo o del dualismo gnoseologico in Platone ma del Franciacorta Satèn, è certo che una delle maniere più veloci per allargare i propri confini di conoscenza è occuparsi di ciò che non si apprezza appieno, o che non sembra corrispondere al proprio gusto, piuttosto che crogiolarsi nella morbida coperta del certo e dell’acquisito.