di Fabio Rizzari
Dieci anni fa, quando ero ancora un redattore di cose viniche nella nota casa editrice del Gambero Rosso, rimasi colpito leggendo che una nostra compatriota, Laura Tonatto, aveva appena vinto il prestigiosissimo Concorso Le Decouvert di Parigi, cioè una delle più spietate competizioni mondiali tra “nasi” profumieri. Con intuito e genialità pari solo alla mia modestia, decisi allora di chiamarla* e di proporle una degustazione parallela: io avrei condotto una sessione d’assaggio tradizionale, ella avrebbe parallelamente annusato e valutato i vini con la ben più raffinata tecnica odoros/analitica dei mastri profumieri.
Evidentemente devo essere a tutt’oggi fiero in modo particolare di quella iniziativa. Ne ho già infatti riscritto in sede espressica l’anno scorso e oggi ne ripropongo qui, in sede alterata, le sorprendenti risultanze sensoriali, con un copiaincolla di photoshop delle originali pagine gamberesche non esente dal vizio di una sgradevole sfocatura. Magnifiche e rivelatrici, in speciale misura, le parole tonattiane sul Borgogna rosso, a rafforzare l’adorazione per la tipologia che tutti noi (o quasi) nutriamo. Se riuscirò a riparlare con Laura, nel frattempo divenuta una celebrità planetaria (firmando essenze financo per la Reina Elisabetta) e quindi più irraggiungibile di Hillary Clinton, le riproporrò una nuova sessione di degustazione, per il decennale.