di Fabio Rizzari
Pubblico un recente scambio epistolare di soggetto veronelliano, consapevole dell’altissimo rischio di alimentare la più zuccherosa aneddotica su un tema ormai saccheggiato e devastato dai più avvilenti, autoproclamati allievi del maestro di Bergamo.
Prima dico la mia sul proliferare postumo di tali discepoli.