Ricordi personali sul vino di Sciampagna

frontespizio Guthrie

di Fabio Rizzari

Il vino di Sciampagna più emozionante che io ricordi è stato un Dom Ruinart 1979, perfetto come un cerchio, scintillante di freschezza e puro quanto il sol di un violino Stradivari del periodo aureo.
A distanza di una ventina d’anni, ricordo benissimo che nella cavità orale l’aeriforme biossido di carbonio (CO2) spariva con un tocco leggerissimo: come l’acqua di mare si ritira silenziosamente, impercettibilmente dal bagnasciuga. Il sapore era in perfetto equilibrio tra dolcezza e vibrazione acida, il finale saettante e insieme placido, avvolgente, trasparente.

In queste ore ho rivissuto – in sedicesimo – le stesse sensazioni con il più recente disgorgiamento della loro cuvée principale, R di Ruinart. Che ripropone un’immagine simile: una limpidissima bilancia in cui la morbidezza dei toni di pasta sfoglia è al riparo da ogni rischio di risultare molle grazie alla forza motrice dell’acidità.

Tale cuvée è l’unica della Ruinart, casa celebre per lo chardonnay, a essere composta in prevalenza da pinot nero (oltre il 50%). Per due terzi essa contiene vins de réserve (2009, 2008 e 2007) e per tre terzi è gioia senza nubi. Il mio apprezzamento per vini di Sciampagna ben più stimati dai veri cultori, siano essi Larmandier Bernier, Benoit Lahaye, Vilmart, Boulard, Foulard, Cravatt, etc etc, ha sempre qualcosa di cerebrale. Il mio apprezzamento per i vini di Sciampagna di Ruinart è invece toto corde, con tutto il cuore; e con gran parte del fegato.

L’ispirato capo di cantina Frédéric Panaïotis ha davvero l’acume visionario e la maestria tènnica dei più migliori. Anzi, per me, che non studio monograficamente la Sciampagna, egli è il più migliore: il migliorissimo.

Ha ragione il W.Guthrie di questo raro trattato del 1802 (che quindi non è Woody Guthrie, ma tale William), il vino di Borgogna e il vino di Sciampagna sono “i più pregiati che la provida (sic) natura comparte”.

vino di sciampagnaPostilla del 29 maggio: ieri sera, grazie a Stefano Bonilli, ho potuto riprovare l’ebrezza di un’altra altissima montagna: nientemeno che Krug Collection 1973. Seguono una sessantina di aggettivazioni ed espressioni encomiastiche a scelta.

Nota finale. Spero che i responsabili della Ruinart leggano questo post e mi mandino un po’ di denaro (il mio Iban lo posso comunicare per posta privata) o almeno qualche bottiglia in omaggio, visto che si tratta in sostanza di una pubblicità fanatica in favore della loro Maison.

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