di Shameless
Volete una storia di vino vera, autentica, persino verosimile?
In attesa che la coatta, aka Snowe Villette, si prenda carico di un reportage relativo al Benvenuto Brunello 2015, la storia la racconto io.
Mi è stata ispirata proprio dallo svolgersi dell’ultima anteprima in quel di Montalcino. Come ogni anno sono state premiate persone che hanno nobilitato nel mondo il vino italiano in generale ed il Brunello in particolare. A ricevere uno dei premi è arrivato Tony Crolla.
Oh, Perbacco, e chi è costui?
Se non siete mai stati ad Edimburgo, Scozia, vi perdono che non sappiate chi sia Tony Crolla. Se invece avete percorso il Royal Mile almeno una volta, siete inescusabili come italiani enogastrofanatici.
Perché la storia della famiglia Crolla a Edimburgo è da manuale. Una storia italiana di emigrazione e di successo. Il negozio Valvona & Crolla ha aperto nel 1934, ma vari membri del Crolla’s clan erano lì già dalla fine del diciannovesimo secolo, arrivati da un villaggio non lontano da Cassino.
Fra le due guerre, quando ancora da quelle parti nordiche ci si nutriva con pastoni di porridge ed interiora di pecora XXL, questa famiglia aprì in centro una drogheria ed enoteca con soli prodotti italiani. Da allora non si contano le loro iniziative, sempre ruotanti intorno all’enogastronomia.
Nel frattempo la ristorazione e la conoscenza enoica in Scozia hanno fatto enormi progressi. Oggi, non solo ad Edimburgo, ma in quasi tutta la Scozia si può mangiare sommamente bene ed essere consigliati nella scelta dei vini da sommelier o enotecari molto agguerriti.
Rimane però l’ imprinting italiano per un certo tipo di shopping alimentare ad alto livello ed il merito è in larga parte dei Crolla.
Non la voglio fare troppo lunga perché quel che mi interessa è scrivere di Tony e di suo nonno, che aveva lo stesso nome.
Tony Junior è un signore alto ed imponente che parla un italiano discreto con inflessioni del Frusinate. Un imprenditore che si è fatto le ossa lavando i piatti e mondando le verdure. Ora il suo gruppo di ristoranti ne ha quattro o cinque, lui è contento, la sua famiglia è contenta, noi siamo ancora più contenti perché ci aiuta a vendere il vino e a rivenderlo e a venderlo ancora.
Qualche anno fa ero lì che facevo assaggiare i miei vini in uno dei suoi ambienti quando mi disse: “Lo sai, mio nonno fra qualche mese compie cento anni e io vorrei regalargli una bottiglia della sua età, sarebbe possibile comprare un vostro Brunello?” Questo naturalmente dando per scontato che: a) noi avessimo una certa quantità di bottiglie centenarie b) che queste fossero vendibili.
Il cliente ha sempre ragione, giusto?
Quindi rientrai in azienda presentando con cautela la richiesta alla Signora del Brunello, alias Francesca Colombini. Questa donna formidabile controlla le rare uscite delle vecchissime annate e tiene una selezione di etichette primordiali in un cassetto chiuso a chiave. Non è affatto facile convincerla a privarsi di pezzettini del patrimonio familiare affettivo e storico. Ma Valvona & Crolla era cliente dal tempo di suo padre, lei c’era stata ed era stata trattata come una principessa.
Cosicché ottenni le chiavi e mi infilai con il fidato e snello cantiniere all’interno di uno spazio buio ed umido. Fra le ragnatele giacevano da decenni bottiglie vetuste, pesanti, dalla forma più di borgognotte che di bordolesi, senza etichetta ma con un cartellino indicante l’annata. Tappate una sola volta con sughero e ceralacca.
C’è un momento di sospensione magica, seguito da un respiro consapevole che si insinua in qualche angolo fra la mente e il cuore. Avviene quando noi, già vissuti se non proprio ancora vecchi, ci troviamo tra le mani qualcosa che esiste da prima dei nostri genitori. Deve essere qualcosa di umile e ancora vivo, come il vino.
Così fu, ci guardammo col cantiniere, leggermente intimiditi. Poi, con in mano la preziosa testimonianza, uscimmo di nuovo alla luce.
L’etichetta originale ed il bollino con l’annata scritta a mano da qualcuno che era ormai in pace da tempo furono applicate con delicatezza chirurgica. Si trattava ora di stabilire un pezzo.
Ma che prezzo vuoi dare ad una bottiglia di cento anni?
Non potevamo pensarci troppo a lungo, mancava poco al compleanno del nonno e noi dovevamo spedire la bottiglia in Scozia subito.
Fu un dono, e come tale, gratuito. Accompagnato da un cartiglio riportante la certificazione dell’annata e da una lettera bella e sincera scritta a mano da Francesca Colombini.
Andò a finire che il nonno arrivò integro al suo centesimo compleanno, si commosse per la bottiglia e la mise in salvo in luogo sicuro. Qualche mese dopo morì sereno.
La bottiglia è ancora lì, intoccabile, così mi dice il nipote Tony Crolla “Avete fatto sorridere il nonno”.
C’è una morale? Non lo so e poco importa.
È un’altra piccola storia di questo mondo enoico.
Stretta la foglia, larga la via/dite la vostra che ho detto la mia.