di François Begues
C’era una volta la mania di iniziare i film con c’era una volta
(Da Il Begheretti 2015)
Questo film è ambientato in una strada che ha sullo sfondo il poster di un ponte. La chiave di lettura è chiara: qualunque sia la tua prigione, c’è sempre una via d’uscita. In realtà si scoprì in seguito che il regista aveva intenzione di piazzarci una distesa di cactus ma la produzione decise che era ora di farla finita con gli spaghetti western.
In questa strada si svolge la vicenda del protagonista, che è un delinquente fatto e finito ma l’astuto regista fa di tutto per renderlo simpatico al telespettatore mostrandolo in varie fasi della sua vita, dai primi atti teppistici compiuti da adolescente all’attività di gangster affermato da adulto, con il suo grande amore, il suo amico-nemico e le rispettive riflessioni sull’esistenza. A questo punto qualcuno potrebbe far notare che i problemi esistenziali capitano anche alle persone normali senza che per questo si mettano a spacciare, a rubare o a far fuori quelli che gli stanno sulle balle, ma chi ti credi di essere per criticare il Grande Regista, eh?
Sempre in questa strada succede di tutto: si bruciano negozi, si ammazza gente, si spaccano ossa, ma la musica ruffiana e melanconica in sottofondo sembra voler dire con fare nostalgico “una volta qui era tutta campagna”.
Alcuni dei grandi pregi di questo film sono che la vicenda si svolge nel corso di quarant’anni ma attraverso continui sbalzi temporali avanti e indietro nel tempo, la durata di sei o sette ore a seconda delle versioni e la velocità paragonabile a quella di un film muto coreano. Questo fa sì che lo si possa guardare partendo indifferentemente dal primo, dal secondo o dal terzo tempo, oppure anche alzandosi per andare in bagno, per andare a prendere qualcosa da mangiare o da bere in cucina, per governare il gatto, il tutto senza fermare la visione e senza perdere nulla di significativo. Per poi scoprire, alla fine, che forse tutto era un sogno del protagonista, Jimi Hendrix e Beatles inclusi. Un po’ come la stagione del telefilm Dallas dopo la morte di Bobby in cui Geiar ne combina di tutti i colori per poi scoprire che era tutto un sogno di Pamela che si ritrova Bobby che esce bello fresco dalla doccia come se niente fosse.
Capolavoro. ★★★★★