
di Fabio Rizzari
Il vino è un oggetto semplice? si risponde: sì.
Il vino è un soggetto complesso? si risponde: sì.
È un oggetto semplice perché è alimento e bevanda primordiale, come il pane a tavola.
È un soggetto complesso perché è al centro di un fitto reticolo di rimandi simbolici, storici, sensoriali, antropologici, e chi più ne ha più ne metta.
Molti addetti ai lavori – produttori, distributori automatici, enotecari, bloggaroli, eccetera – ignorano la sua complessità e ne vedono solo il lato mercantile e, orrore, modaiolo.
Molti teorici/discettatori/officianti/spaccatori-del-capello-in-sedici, all’opposto, si perdono in minuzie bizantine e divengono incapaci di ritrovarne la semplicità.
Qual è allora l’approccio giusto? non esiste “l’approccio giusto”. Esiste solo il rispetto della dualità del vino, oggetto semplice e soggetto complesso, e la ricerca di un equilibrio mobile tra queste due polarità. Polarità che il vino, in misura misteriosa e quasi insondabile, tiene insieme in un’unità perfetta.
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