Emanuele Cavalli, La sposa, 1934-1935
di Armando Castagno
Un pittore che programmaticamente scriveva di non cercare la rappresentazione di oggetti, ma la rappresentazione del sentimento che ne promana, era ovvio diventasse anche un eccellente fotografo; ma questo non l’ha salvato dall’oblio, mi pare. Quando sostenni l’esame di Storia dell’Arte Contemporanea, nessuno dei cinque o sei candidati interrogati subito prima e subito dopo di me l’aveva mai sentito nominare: non era colpa loro, che hanno vent’anni. È andata così. È semplicemente andata così.