di Armando Castagno
Milano è una metropoli col coprifuoco, almeno per mangiare. Uno pensa che in una città così ci si possa ingorgare nel traffico alle tre di mattina, che sia festa perenne, un sabba di cassoeule e cotolètte, ma non è esattamente così: già alle dieci e mezza per almeno otto mesi all’anno Milano è una città di incroci impresenziati, semafori lampeggianti, di riflessi dei lampioni sulle rotaie e sull’asfalto bagnato, di umidità e pioggerellina quando non nevischio, quel piovasco ghiacciato che ti punge la faccia, il peggiore, qualcosa da cui potresti ripararti solo andando in giro dentro uno scafandro.