Inchiesta sul brutto e lo spregevole dei vini autostradali a marchio V.A.F.F.A. / F.A.N.GU.L.U.

Gas
di Gae Saccoccio
In nuce
La faccenda è presto detta. Un intellettualino patetico attraversa il belpaese in macchina al solo scopo di esplorare i vini d’Autogrill a certificazione VAFFA.
Incontrerà a illuminargli l’autostrada la Signora FANGULU, strati e strati di pellicce di Grizzly (Ursus arctos horribilis) sullo stomaco. 
Malinconia da maniaco depresso, inconcludenza complottarda, piagnisteo, negatività, sfiga e impotenza del primo contro slancio vitale, tenacia spietata, cinismo ottimista, capacità d’adattamento e successo imprenditoriale della seconda sono gli umori, le grammatiche emotive e i timbri espressivi dei personaggi che collocano questa ricerca sociale infame sul campo dell’indagine quotidiana della microfisica del Potere. Due facce d’una stessa medaglia in ambito delle sofisticazioni del gusto e della massificazione dei beni di consumo: l’Italia dei Vini Autostradali Falsamente Falsi Autentici

Nel corso della storia è sempre stata la città – dominante – a inventare e definire il suo altro e a predicare le differenti forme del <<ritorno alla natura>>. 
Così la città ha creato sia l’esotico che il regionale, i parchi nazionali e l’idea del patrimonio naturale e inventerà ugualmente il paesaggio. 
Da sempre, il distanziarsi crescente dalla natura provoca il desiderio di natura.” 
Michael Jakob, Il Paesaggio
 
Risvegli
Esistenze al neon evaporano sui marciapiedi, negli autobus, nelle cabinette d’autotreni, dentro appartamenti cubo di Rubik in ferro disarmante e cemento armato. Battisteri, culle, quartieri pre-obitorio, autotreni, celle a schiera, tombini condominiali, loculi-dormitorio, tombe-residenziali.
La mezza luna che precorre l’alba è anch’essa in gabbia, dissezionata da una geometria ben poco funzionalista d’antenne incasinate, ringhiere, scolatoi. Che triste cosa l’umanità. Ancora più triste a quest’ora del giorno. Ogni oggetto o evento – fascio di luce aranciata dei lampioni in strada, persiane chiuse, viali desolati – a intravederli attraverso il parabrezza di un’auto o dal vetro untuoso del treno in corsa assumono un’entità grigio-bluastra, metafisica quasi. Macchie livide, trappole lavorative che puzzano d’Obbligo Feriale Insormontabile. Urlano schiavitù a qualcosa di superiore che impunemente ci sovrasta, che ci soverchia categorico. Pure le rovine imperiali che contornano la Città Eterna sembrano crollarsene dal sonno a quest’ora del giorno, anche se è ancora notte; sprofondano inermi, arrese al buio. 
Il getto lontano d’acqua da una fontanella pubblica è richiamo a un’idea di natura naturans (“natura naturante” che rigenera pare altra natura, tanto per stare a Spinoza). È quasi il rintocco d’un’idea confusa di campagna incontaminata – una paccottiglia di sogno fatto a mezza veglia – che latita spersa tipo banco di nebbia alle frontiere del ricordo d’infanzia. I platani intanto continuano ad arginare murature screpolate. I fabbricati utilitaristici nei rispettivi quartieri, – succo letale di pacchianeria cementizia raffazzonata – sono invece un noioso esercito di mattoni a testa bassa, pronti alla resa senza condizioni dell’abusivismo secolare, tesi verso il patibolo della corte marziale urbanistica. 
Una nuvoletta improfumata di vigna si stempera all’orizzonte col farsi del giorno man mano che ci si allontana dal centro. Centro che è un’inesauribile periferia di se stesso ribadito a catena cioè all’ennesima, riproduttiva impotenza: individuo per individuo, consumatore per consumatore, contribuente per contribuente, aspirazione mortifera per aspirazione mortifera, fossa condominiale per fossa condominiale. 
Nel riflesso arcobaleno d’una pozzanghera d’olio-motore lungo la cunetta, ad osservarla più di qualche secondo ci ritrovi già profilato in uno schema preciso-preciso, l’Italietta tutta intera e non fa una piega: stivale immerdato nelle percolazioni del grasso d’automobile.
Appiccicosa è anche l’aria. Gravida di mosto, polveri sottili, mosche merdifere, melmetta e ossido carbonio. 
Pavesi
Locus terribilis
Siamo su un via senza più canti. Secolari stratificazioni della sopraffazione. Dissoluzione di continuità tra spazio e tempo. Cementificazione dei litorali. Anfiteatri della fu Magna Grecia. Capannoni rivestiti ad amianto risplendenti al sole. Templi sacri a Venere. Inceneritori, catacombe etrusche, industrie farmaceutiche, resti di ville patrizie, acciaierie dismesse, boschi centenari, anfratti improvvisati di lupanari lungo gl’argini dei fossati, sotto i ponti o altri non-luoghi. Fabbriche d’alimentari plastici, austere masserie, aree destinate allo stoccaggio dei rifiuti tossici. Mulattiere e sentieri verso borghi medioevali arroccati in mezzo al nulla. Agglomerati suburbani in sovraffollamento perenne che prolificano alla cazzodicane-style. Porcilaie, mozzarellifici, altoforni dove si altosforna a flusso continuo: pagnotte siderurgiche, carcinomi e sudore. Sequenza senza soste a dritta e a manca di cartelloni pubblicitari che incorniciano un tanto d’euro al chilo i triti quadrucci di paesaggio finto-agreste patinato: pezzi di cielo terso, frangenti del mare, scaglie d’acqua, dune di sabbia, sezioni di nuvole, particelle della campagna felix, scorcio di boschi, porzioni di spiaggia. Il migliore (?) dei mondi possibili svenduto in blocco al peggior offerente che s’ammassa al ritmo del gregge umano auto-munito in uniformi d’acciaio, gasolio, pneumatici, telepass.
Una lingua d’asfalto lunga migliaia di chilometri da Trapani-Pizzo Calabro-Chiasso tiene incollati alla meno peggio – bava nerastra di catrame – le tessere vetrose regionali-provinciali-comunali-domestiche di questo derelitto mosaico bizantino nazional-post-industriale. Uno sfregio idrogeologico. Un Grande Male necessario. Una lama nera d’ossidiana acuminata che incide il paesaggio agrario, si sa, è l’irreversibilità tumorale del progresso. Sfregio della prosperità e dell’innovazione che mutilano il profilo umano, che devastano il tessuto topografico e civile della penisola per i secoli e secoli a venire. Secoli di Noia passata-presente-futura che riproporranno per tanti altri secoli ancora di Noia futura-presente-passata il cliché opprimente del: “si stava meglio quando si stava peggio!”
“…una vera cuccagna”
Affatto inutile prendersi qualche oretta d’osservazione al tavolino d’un autogrill a enumerare il fattore umano, il carico e la tipologia dei furgoni come dei tanti, troppi mezzi pesanti che sfrecciano in lungo e largo lo stivale mentre spostano continuamente merci, capitali di terzi e i propri da un luogo all’altro del paese. Esperienza Zen più illuminante di qualsiasi ricerca di mercato, corso d’economia aziendale su Youtube o statistica sociologica da tavolino.
Mi ritrovo dunque in un luogo-simbolo del progresso industriale tutto all’italiana. Sono cioè nel covo terroristico e borghesucolo dello sviluppo ingegneristico seguito all’immediato secondo dopoguerra a fine anni quaranta del XX secolo. Mi ritrovo cioè dritto-dritto nel Cuore di Tenebra della devastazione civile, estetica, antropologica, geofisica, alimentare, architettonica e culturale del paese. È il primo ristoro autostradale all’altezza del casello di Novara sulla Milano-Torino: l’Autogrill Bar Pavesi. Regresso incondizionato ammantato di modernità democratica e di benessere cristiano. Insomma, sono nell’esatto epicentro storico all’inizio della fine d’Italia. Dentro al reattore nucleare ipercinetico dell’apocalisse DEemocristiana CApitalistica NAzionale. 
Eccomi allora qua, burattino tra burattini! Asino tra asini, barbagianni tra barbagianni nel Paese dei Balocchi tutto italiano d’un fasullo Boom farmaceutico/politico/economico su misura dei Gatti, delle Volpi e dei Pinocchi. Impantanato al fondo più fondo d’una Malebolge dantesca, imbrigliato senza speranza d’uscirne mai nel brutto girone della: “gente attuffata in uno sterco”.
Vini Autostradali Falsamente Falsi Autentici
Nell’occasione sia unica che rara di partecipare ad un ampioorizzontale dei vini d’autogrill provenienti da ogni regione d’Italia, attendo a breve d’incontrare la signora Teofila Spermanta Luminita Pussa Lacrima Anuta Vatteninculescu, proprietaria della para-ministeriale: Agenzia Falsificazioni Autogrill Note GUstative Liquami Ulcerosi, conosciuta nell’ambiente come la Signora Fangulu. 
La Vatteninculescu è un’istituzione fatta donna. Un mito vivente oramai, madrina della Denominazione V.A.F.F.A. [Vini Autostradali Falsamente Falsi Autentici]. VAFFA certifica per l’appunto quei vini/liquami ulcerosamente oggettivi della categoria in oggetto di cui mi troverò a breve hic et nunc a degustare un ampio e assai rappresentativo campionario abbinato a sfarzosi assiette di caca-granprovolifo-cacaccellecaca-pollicaca-icarica-camoglibufa-caca-linica-ca-ca-pri, caca-rustichelli e così via. 
Esso
La Signora Spermanta Luminita Pussa Lacrima Anuta etc., forse leggermente obnubilata dalla gradazione alcolica, resa bendisposta dalla degustazione dei VAFFA vini che certifica lei stessa con l’agenzia para-statale l’A.F.A.N.GU.L.U. Spa, si è infine decisa a far luce sui retroscena e le attività principali della medesima agenzia di sua proprietà, dopo mesi e mesi che l’ho tampinata notte e giorno. E mi ha concesso in esclusiva queste dichiarazioni che seguono. 
 
Interpretiamo la natura partendo da percorsi stabiliti dalla nostra lingua materna
B. Whorf
Anus Mundi. (Le parole della Signora Anuta)
Veduto film de tale chiamato regizta: Hêrzog. Titolazio pelicula: Dove Zognia Furmique Verde, cu puncto fermo de final titolazio. Più giuzto cu puncto chestiune a final de interogazio, questo penzava me durante viziune pelicula: Dove Zognia Furmique Verde? 
Drentro pelicula, vistu grupa de trîbu raxa uman-aburigeni (io dice acento desupra gē: aburigēni). Raxa trîbu aburigēni riunisce cume cerquio drentro cõrzia departament xuper-marquato. Coza cumpriso que zucedere in drentro šcena film? Io cumpriso que anterior de xuper-marquato èxistere grandi groš Albero loro sacru in quèl identic posizio propriu ora unde no èxista zero sacru cazo puncto, ma total absenzia Albero. Unde una volta existere Albero invice ora èxere departament gieniquo xuper-marquato zcafale axorbenti de femina, dentifrigi lavadēnti, cartagieniqua, busta mundizia, variquina, aquagēngivi, pulirēchia. Intanto raxa aburigēni èxere tuti lì cu fede credenzia, cuntinua rito-oficiu cerquio mentri prega absenzia total de Albero sacru e mentri facendo celebrazio d’Albero sacru invizibil, vita cuntinua uzual cume tuti giorno cu giente umanitate procura xpeza de caza, axorbenti de femina, cartagieniqua, variquina, cibu pūza caca de vaqqua intra zquatola cunzerva. Loro aburigēni ostinazio, cuntinua inveci celebrazio intra cerquio drentro xuper-marquato cemento unde antecedent de xuper-marquato cemento, èxiste grandi groš Albero sacru de mundu pierduto naturāl de aburigēno vierme mizerābil. Dezerta natūri ferocia de aburigēni mentecatu delirant in satixfazio chi prega cu fede credenzia religio in scemu Albero divinazio che no più mai èxere veritate. 
 
Dejà poprietate, tot proprietate, èxere dejà contaminazio. Omologazio de gûsto. Uniformazio de aroma sapūri. Maxificazio de cunzûma. Alimentazio cibu de zquatola cunzerva xpazatûri caca de vaqqua. Mercificazio de merdificazio uōmine-dōna.
Cuminciato de bātere stradi quando avuto quindici ano a Bucarexti. Cum mama prima me, nōna de lei primapoi e nōna de sua nona sempre bātere per generazio tūte de bātere stradi. Ora mia generazio però è facendo zalto qualitate. Dopu mama mia bātere stradi provinze, io bātere xempre autuxtradi. Ora dopo io venti ano asupra zpinadorxal de bātere, è ztanca più baxta de bātere Itaglia desupra-desubto, lungu-largu: 
RegiuCalabri/Napuli/Milanu/Firense/MonteBianqu/Vareze/Ventimiglia/Turin/Genōva/Bolognia/Parma/Palermu/Mexina/Quatania/Rom/Bardunechia/Bresci/Mextre/Venexia/Teramu/Breneru/La Spexia… 
In final dopo grandi e groš xperienza vita de bātere Itaglia in continuu apritura gamba, avere apoi in final procurat apritura mia agènxia certificazio de falxificazio vinu. Fine de bātere autuxtradi cu buiu e lumine. Non più ora adexo de vindere mio corpu nudu putāna. Baxta de mia pèle smerciu a parking autuxtradi. Smerciu umāna pe iaculazio conductor furgoneta, benzinarie o camionagiu transporta indove èxere Aia èxere caza. Adexo ora io baxta total de camion, de furgoneta, de benzinarie iaculazio. Baxta total de camionagiu transporta Aia Caza apritura gamba a smerciu Euro/boca, Euro/pizdā, Euro/culu, Euro/mano, Euro/mamelon cu buiu e cu lumine in continuu. Ora cu prìvata mia agènxia Minixtēro de Ambienti aprovaxio, andare girare sempri tuta Itaglia ma baxta finale ogi de smerciu cu Euro/culu, Euro/gurā, Euro/iaculazio, Euro/xpermazio camionagiu transporta Aia e conductor furgoneta, ma andare girare ora Itaglia totalitate, exclusiv per certificazio oficial de falxificazio vinu autuxtradi e autugril.
 
Gas wonderland
{Cara signora Vatteninculescu, detto fra parentesi graffe in grassetto, anche se tutti i vini sono fabbricati a milioni, bilioni e trilioni di bottiglie in un laboratorio sotterraneo alle pendici dei Monti Lattàri, questa è informazione che si preferisce non far trasparire. Le varietà ampelografiche dichiarate in etichetta come Merlot, Cabernet, Chardonnay, Syrah, Nebbiolo, Nero d’Avola, Sangiovese, Trebbiano, Gaglioppo, Zibibbo, Dolcetto, Primitivo, Cannonau, Lambrusco e così via, derivano da una sterilizzata, ultrasicura e comprovata sostanza in polvere a buon pro delle fiduciose, anonime e spensierate masse d’automobilisti demenziali.
È il frutto tecnologico – tutto tranne l’aberrante frutto uva – di un fatale processo di sintesi chimica dovuto ad una soluzione liofilizzata ottenuta nei laboratori bio-tecnologici A.F.A.N.GU.L.U. Spa con la partecipazione attiva dello Stato e grazie al lavoro degli enotecnici addetti all’opera di mistificazione, per essere poi dichiarata in retroetichetta quale varietà caratterizzante il vitigno principale. Discorso equivalente per la registrazione del territorio d’origine delle uve, per la quantità presunta, luogo d’imbottigliamento o ancora per la provenienza dei vini dichiarata in etichetta anche se del tutto fittizia.
La sola cosa che conta per incoraggiare il cliente finale è la certificazione VAFFA, bollino altamente rassicurante a beneficio dell’effimero contribuente va’-e-vieni e del distratto consumatore d’autostrada poiché in fin dei conti quel VAFFA in etichetta attesta che nel vino artificialeulcerosoinautenticopiattogrigio e sterile d’autogrill non ci sia nessun elemento “naturale” estraneo e per carità stridente con l’altrettanto innaturalefalsagrigiaulcerata, sterilepiatta realtà di tutti i giorni.}
 
Certificazio VAFFA vinu, èxere vinu certificazio de lege aprovazio guvern-administrazio che solo vinu falxificazio in fabrica de nostru laborator FANGULU èxere apoi poxibil vindere cum vinu de autugril. 
Galēri, carceri, multare tanta Euro, ergaxtulo, penamōrti propungo io quandu trova vinu no falxificazio, vinu de uva rural, vinu campanie, vinu anco se sulo meza percentu mulēcula drentro de sapūri naturãl, biulogico, biudinamicu. Dezgust abxolut! Tanta schifa xentimentu quandu penzare certi gienti fare e vindere vinu natūr de uva baxta, uva baxta rural xprimitura voluntār spuntaneisqua, uva baxta cu macerazio, no temperaturi controlu e fermentazie indìgen. 
Tuto mundo-planeta èxere total smog! Tera, silva, cielu, mare, fluviu, plaja. Tuto total cācat-merda mundizia. Xempre inquinazio noxtre vita caca de vaqqua in cielluphane. Cibu, agua, vinu, rexpiro, tuto uno grandi, groš, colosal  sacru cazo presenzia total de caca verde de vaqqua. 
Poxesiune dejà contaminazio. Progrez èxere dejà dextruzio a origina intra radicia de mundo. Soluzio unic èxere falxificazio, fabricazio, domexticazio vinu VAFFA. Èxere practic demonstrazio de unic-total conzumatūri rexpēto in contrast cu ipocrizie de stupidu no furbu invenzio vinu naturāl, biulogico, biudinamicu. Xtravaganzia de Natūri no contaminazio, èxere complet artificial, no realitate. Fantāzie de vinu naturāl, èxere imbecila-idiot-cretin-stupid capriciu de aburigēni cu furmiqua verdi: zognio de absenzia total Albero sacru cazo no concret, no più vizibil perché no mai probabil è stare veru. Imaginazia Nātur unic purificazio cu gniente contaminazio, èxere zquizofrēnia in fantāzia de stupidu aburigēno pazu chi prega xperare in Albero sacru abstract, intantu che tuto mundu planeta avere fato global rasa-tabula traxformazio in xuper-marquato Spaxio Universal Cosmic Absolut. 
 
In mia sinceritate, tuto mundo è diventare planetariu autugril intra autuxtradi. Suficient baxta ora de ipocrìzie, demenzia chi āncora èxistere natūri, sapūre ginuino, denominazio origìn precis de cuntrolo garānzia qualitate. 
Veritate final èxere dominazio vinu de autugril, identificazio tekhnologic e traxformazio chimiq de Vinu Autuxtradi Falxamenti FalxAutentîqu. Suficient baxta, gniente soluzio alterna! Più vinu falxartificial più vinu xprimere continuazio normal cu nostro mundo de tutigiurni real, falxautentîqu in cuntinuu: adulterazio nutizia, mixtifiquazio politiqa, manipulazio Euro bank e devaxtazio ambient. Proxtituzio Market, evoluzio de cancru generazio umanitate explodere in di lui uōmine-dōna identic spazaturi sofocazio, mentri exit de intra culu de mundo drentro a colosal defecazio universu unde èxere pūza caca de vaqqua cunzerva a infinitu. 
Cielu de xtela, bucuneru e planeti no èxere che iluzie optica de ochi, fantāzia de cervelu. Tanti falxitate de percezio, falxitate tanti de xensazio intra de noi limitat, fragil zcheletro de autudextruzio uōmine-dōna muribundi autentîqu: cancru epiderme, cancru cervelu, cancru pulmuni, cancru de parole-penzieru alfabet rexpirazio pūza scuregi in continuu tristizia reproduxio falxitate familie cunzumatūri…

2 commenti to “Inchiesta sul brutto e lo spregevole dei vini autostradali a marchio V.A.F.F.A. / F.A.N.GU.L.U.”

  1. E il pollo ruspante?

    Bellissimo ‘sto post…

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