Una bottiglia dal passato – il vino sagittabondo

di Loretta Liera

Cerasuolo d’Abruzzo Valentini 1990
La miglior esperienza che ho vissuto nell’incontro con questo vino, sempre buono e gratificante ma giocato su un profilo piuttosto rustico. Il suo luminoso color chiaretto lascia emergere un quadro aromatico nitido, pulito e nobilissimo di rosa rossa e cognac, ibisco e karkadè, poi inizia a spingere sul frutto, tutto lampone.

Anche al palato si esibisce in tutti questi livelli di lettura, il frutto, l’etereo, i fiori e in tutta la tenacia del montepulciano lavorato con maestria. Riesco a seguire la bottiglia a lungo, ma solo perché in tavola ci sono altri interessanti campioni alcolici, l’energia del liquido non cede neanche di un millimetro, anzi continua a sbuffare lampone e ruggine e anche qualche nota di burro che evoca un buon pandoro.

Al sorso ha una magica avvolgenza, mai ruffiana; ha presenza autentica e voluminosa e una appagante persistenza del sorso. Mi ha colpito al cuore, non capita spesso.
Vino sagittabondo.

Nota
Sagittabondo, agg.
Il termine ha una derivazione astrologica ma si ricollega a una dimensione romantica: sagittabondo indica una persona che non lancia frecce o dardi ma sguardi ed occhiate d’amore in maniera da far breccia nel cuore della persona che intende conquistare

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