di Rizzo Fabiari
Nella sciatteria dell’italiano parlato attualmente mi deprimono molti caramogi: espressioni ripetitive, ridicole locuzioni modaiole, errori di pronuncia. Mi irrita la progressiva perdita del raddoppiamento sintattico, per cominciare. Di cosa si tratta? In italiano si raddoppia la consonante iniziale di una parola in diversi casi sintattici; per capirci con qualche esempio: si scrive “ho fame”, “ho sete”, “a presto”, ma si pronuncia, trascritto brutalmente, “hoffàme”, “hosséte”, “apprèsto”.