di Fabio Rizzari
Uno dei lati più piacevoli delle attività accademiche (che sono numerosissime: assistenza spirituale domiciliare ai depressi che hanno bevuto la sera precedente un rosso umbro primi anni 2000 da uve merlot; gare di sollevamento magnum; convegni su temi enoici quali “correzione dei mosti e dei vini con alka seltzer”, “dalla damigiana alla bottiglia mignon, problematiche del pre-imbottigliamento”, “le note ascellari nei vini naturali, analisi differenziale dei deodoranti più comuni sul mercato”, e simili) è riunirsi a pranzo per bere un paio di bottiglie.
Qualche giorno fa era tutto allestito per la “solita” sbevazzata travestita da riunione accademica. Uno dei pilastri alterati, l’Armando, non è riuscito purtroppo a intervenire. Purtroppo per noi, in primis, ma purtroppo anche per lui: sia Giancarlo che Giampaolo si sono scatenati nella pesca miracolosa infra le rispettive bottiglie. Cavandone due gemme purissime, che hanno messo ipso facto fuori gioco il mio tentativo di contributo alcolico* (finito in panchina come riserva, nel caso infausto dell’emersione di note tappose in uno dei due protagonisti).
Primo protagonista, un Krug 1988. Degustazione retrograda: la base piramidale era una lama di acidità affilatissima, tipica di molti 88. Fondamenta a un edificio imponente, sopra il quale poggiava un frutto delicatamente confit, sfumato da champignon e scorza d’agrumi, una carbonica puntiforme, invisibile a occhio nudo ma capace di sprigionarsi in una nuvola di freschezza al palato. In cima a tutto, vertice della piramide, la tipica nota di nocciola infornata di Krug.
Secondo protagonista, un Clos de La Roche 2001 Leroy. Rosso di bontà quasi inaccettabile, sublime al palato ma anche più prodigioso al naso. Un vino tutto profumi. Appena stappato ha infatti saturato il locale, che ha assunto i tratti olfattivi di un bazar del Cairo. Tale effluvio si è rapidamente diffuso anche all’esterno del ristorante, raggiungendo l’incrocio stradale limitrofo e causando una serie di tamponamenti a catena.
Alla prossima riunione, caro Armando, non potrai mancare.
* per la cronaca spicciola si trattava di un Egly Ouriet 1996