Ricerca di freschezza

di Rizzo Fabiari

Inizio a rileggere i primi testi per la nuova edizione della nostra guida e mi accorgo che il termine più ricorrente è freschezza. Con i collegati fresco, rinfrescante e magari il superlativo freschissimo.

Il clima di questi giorni non c’entra. Molti vini composti nel vecchio stile moderno finivano caldi, alcuni anche brucianti. Quelli attuali sempre più spesso finiscono freschi.
E, oh sorpresa, l’acidità in quanto valore assoluto e totemico non ne è la sola responsabile. Come promemoria personale annoto in ogni caso: “attenzione a non fare una parola d’ordine anche della freschezza”.

Cito spesso un bonario pensatore inglese: “La massima di La Rochefoucauld ‘importa poco ciò in cui si crede, a condizione che vi si creda del tutto’, in apparenza condivisibile, mi pare contenga in realtà i germi del totalitarismo. Per me suona meglio così: ‘importa poco ciò in cui si crede, a condizione che non vi si creda del tutto”.

Per prolungare all’infinito il gioco di specchi, dovrei concludere: bella citazione, ma non credo del tutto che sia un bene non credere del tutto a qualcosa.

5 commenti to “Ricerca di freschezza”

  1. importa del tutto, invece, ciò in cui si crede molto.

  2. Anche il “trebicchieri” a suo tempo fu creato col principio che una bottiglia di vino eccellente viene finita agevolmente da due persone con tre bicchieri a testa. Credo che la freschezza sia stata nei tempi andati una prerogativa di molti nostri vini (se vado a vedere etichette del 70 o precedenti la maggior parte sta sotto il fatidico 13° non sopra). L’abbaglio turbomodernista e l’iperconcentrazione, con conseguenti onanisni psichici sul concetto di complessità (ovvero “non ci capisco una mazza ma questo vino ha talmente tanta materia che nel dubbio lo esalto e dico che è mooooooooooolto complesso” salvo poi ritrovarselo “cotto” a 5-6 anni di distanza), la parkerizzazione, il “super” anteposto a “tuscan” che geograficamente non significa nulla ma suona tanto figo, sono alcuni degli esempi che mi vengono in mente. In realtà si sta Ri-scoprendo, come ciclicamente avviene, l’acqua calda. Quel che mi terrorizza è che anche in questo caso non si sta riscoprendo un concetto sano e veritiero ma solo la parola feticcio che la massa dei sedicenti “intenditori” ha eretto come nuova bandiera dopo un bienno di bio, naturale, ecocompatibilità e similia.
    Rizzo stai tranquillo, tritureranno anche questa alla ricerca dell’ultima tendenza e a noi amanti discreti dei vini freschi resterà questo sentimento difficile da strappare

    p.s.

    apro le scommesse su:
    1- quanto tempo impiegheremo prima di tornare a usare (sempre ad capocchiam) concetti come concentrazione e barrique
    2- quale sarà il prossimo mantra (io mi gioco altitudine e intervallo termico giorno-notte)

  3. Mi sono appena fatto una bella doccia FRESCA, sono seduto sulla veranda e guardo in lontananza il porto di KRK. Mi sono versato un bicchiere di birra locale, FRESCHISSIMA, e smanetto sul pc per aggiornarmi sugli alterati.
    Mi fa piacere vedere che anche qui c’è una ventata di FRESCHEZZA, con questo caldo è l’unica salvezza.
    Saluti Croati

  4. Prossimo mantra: ha equilibrio, manca di equilibrio…

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