L’altro giorno, mentre condividevo al telefono con un geniale produttore italiano l’idea che il futuro del vino sarà il merlot cinese che produrrà a breve, mi destreggiavo con un pallone da calcio nuovo di zecca, comprato appositamente per imporre a me stesso la partecipazione a questo europeo che, a detta di molti, risanerà la finanza italiana. Lo guardavo fisso sulle cuciture che separano gli spicchi esagonali neri da quelli bianchi e sono stato travolto da un ricordo d’infanzia: quando giocavo con gli amici per le strade del paese e, causa lanci sbagliati o tiri (miei) imprendibili, il pallone sfuggiva e prendeva velocità in discesa, le opzioni erano tre: perderlo per sempre, sperare che si fermasse sulla porta della cantina di un vecchietto che produceva vino genuino o scongiurare che finisse nei locali di un commerciante di sfuso fanatico della chimica.
Eravamo sempre fortunati, e non possiamo far altro che ringraziare quel simpatico omino: senza di lui non saremmo qui ora a raccontarcela.
Ma, riflettendo insieme a voi, cosa sarebbe potuto accadere se il pallone fosse finito dal vinificatore convenzionale? Ci avrebbe mai ridato il pallone? E se fosse caduto in una vasca di spiroxamina in soluzione, avremmo potuto giocare solo decorso il tempo di latenza? E ce lo avrebbe detto? Saremmo diventati tartarico-dipendenti? Attanagliato da spettri come questi e consapevole che il pallone non poteva finire sistematicamente nella cantina del produttore naturale solo per pura casualità, ho radunato a Roma, in Viale Parioli, una serie di produttori (naturali e non) per una serie di esperimenti, che, mi dispiace, ora posso rivelare solo in parte:
Esperimento 1: dando le spalle a tutti i produttori e lanciando il pallone con il piede naturale, esso colpirà sempre un produttore naturale.
Esperimento 2: dando le spalle ai produttori naturali il pallone colpirà in eguale percentuale i gruppi facenti capo alle diverse associazioni organiche.
Esperimento 3: dando le spalle ai produttori convenzionali il pallone colpirà la vetrina di Bulzoni.
Esperimento 4: lasciando rotolare il pallone verso i produttori naturali, esso avanzerà con velocità di rotolamento non costante. La velocità del punto di contatto v(C) del pallone con il terreno è un valore dipendente dalla sua distanza r(J) con il centro di massa CM(J), identificabile con la scrivania dell’ufficio di Nicolas Joly a La Coulee de Serrant.
Esperimento 5: ripetendo il rotolamento con i produttori convenzionali, il pallone sistematicamente si dirige verso il suv più potente del gruppo dei naturali.
Ovviamente gli esperimenti sono ancora insufficienti per corroborare la teoria dell’attrazione tra sfere (celesti e terrene) ed entità pro-naturali. Confido dunque nella rete degli alterati per ripetere queste prove anche in condizioni diverse al fine di costruire definitivamente le basi inconfutabili di una legge rivoluzionaria.