di Giampaolo Gravina
Dipinto da Mirò nel 1924, l’Ampolla de vi raffigura un singolare frammento di natura morta, come spaesato in un orizzonte acuminato di consistenza incerta. La composizione comunica un senso di deserto e di approdo estremo: profili e contorni delle cose, non appena accennati, si perdono sfumando nell’apertura indefinita di uno sfondo che ha il colore assorbente della sabbia, appena modulato. La linea dell’orizzonte, a destra ancora unita, si assottiglia al centro in un tratteggio vago: tra terra e cielo non c’è separazione, ma continuità e trapasso in un’unica indifferenziata estensione.