di Shameless
Tocca di nuovo a me, tutti gli altri sono impegnati. Anche i lettori sono lì a leggere le Guide, con la lente d’ingrandimento per vedere quello che non va, mai il contrario. Così mi trovo a riempire un buco alterato, mentre DuCognomi sta finendo di riscrivere le memorie sicule e la Coatta è in trasferta albionica.
Veramente non avrei un granché di nuovo, questo è il periodo del Vendemmia Blues, quest’anno più blues del solito. C’è qualcuno che ha colto l’uva a tempo di rap, con la rabbia ed il ritmo che caratterizzano il gesticolare hip hop. C’è chi ha compiuto macumbe e riti voodoo, di sicuro per nessuno è stato un giro di valzer.
La malinconia arriva comunque, insieme alla stanchezza e al calo di adrenalina.
Per distrarsi dallo spleen post vendemmiale, basta fare un giro nei social media e vedere cosa va di moda nelle enocollezioni autunno/inverno 2013-14. Ad occhio e a naso direi che c’è un ritorno a forme femminili classiche. Niente più figure troncoconiche, mascoline, assertive. Niente più cuori d’acciaio e teste di legno. Ora è tutto un “Fianco ad anfora, carezza lunga”*.
L’anfora è ovunque, il coccio è the new black, quello che va su tutto, con tutto e per tutto.
Con il benestare papale il Vaso d’argilla ha acquisito una nuova dignità e chi siamo noi per contraddire un messaggio di tale importanza?
Così proliferano contenitori porosi adatti per la traspirazione enoica, interrati nella prezioso suolo etrusco, o trinacride, o carsico. Forse in futuro grazie all’influenza cinese ci sarà l’evoluzione porcellanosa del materiale per ora umile e rossiccio. La rusticità del contenitore sarà ingentilita da decorazioni floreali o pastorali.
Così le foreste si salveranno dall’estinzione, mentre si estingueranno certi sentori legnosi, dominatori degli ultimi decenni. Passerà quel rischio di omologazione asettica, propria dell’acciaio inossidabile. Il vino risulterà più fresco, vibrante, con un gusto antico e arcaico che avevamo dimenticato, senza mai averlo conosciuto.
Sarà una nuova Arcadia. Con le doghe dismesse faremo degli enormi falò intorno ai quali danzeremo fino all’alba, bruciando agnelli sacrificali con noncuranza, tanto saremo tutti diventati vegetariani.
Poi, sazi della nostra rivoluzione, torneremo con i piedi per terra, biastimando per l’andamento climatico sballato, la burocrazia soffocante, il mercato in crisi, le guide che penalizzano ed i clienti che non pagano.
* Citazione da “Il Malloppo” di Marcello Marchesi.
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