di Raffaella Guidi Federzoni
In tanti ci hanno provato, in pochi ci sono riusciti, fra questi Egon Schiele e Lucian Freud. Mi riferisco alla raffigurazione del corpo umano, soprattutto femminile. Il corpo nudo, spoglio, vero e crudo. I due hanno trasmesso il nitore e l’espressività dell’imperfezione, oltre al profondo erotismo che emana una donna quando non ha niente addosso, solo la sua vitalità sensuale.