di Raffaella Guidi Federzoni
Stiamo vivendo la stagione del riposo, anche di quello mentale. Soprattutto di quello mentale per quanto mi riguarda, il riposo fisico lo sto applicando da mesi a causa di una situazione forzata che mi impedisce di muovermi fra treni, aerei e marciapiedi cittadini calpestati da numerose etnie.
Il mio riposo mentale consiste nello scartare ragionamenti articolati, evitare di infognarmi in polemiche inutili. Consiste cioè di rimandare qualsiasi illuminante monologo relativo al mondo del vino, annessi e collaterali.
Preferisco lasciare ad altri lo svolgimento di un testo che spero rinvispi e rinfreschi l’attuale calura in cui ci stiamo pigramente muovendo.
Ho scelto un brano che fa parte di un racconto di uno scrittore noto e poco amato. Giustamente noto per la sua incredibile e perfetta prosa e giustamente poco amato perché arrogante, razzista, colonialista, manesco ed infedele. Io non lo giudico, egli è un perfetto esempio di Figlio delle Colonie, studente di Oxford, intellettuale di successo mai completamente a suo agio fra altri intellettuali di minor successo. Preferisco leggerlo, rileggerlo e leggerlo ancora.
Terminata l’ultima pagina di un suo libro considerato “minore”, chiuso il volumetto con il consueto dispiacere che mi assale ogni volta per la fine di una lettura semplicemente bella, mi è capitato di pensare oziosamente come ogni storia che si rispetti e si tramandi ha quasi sempre nel suo tessuto narrativo almeno un momento dedicato al pasto o al cibo.
La traduzione è mia, nonostante l’imperfezione mi auguro che riesca a trasmettere il senso ironico di una cena nelle Londra suburbana alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso. I protagonisti sono tre: gli invitati Mr Stone e sua moglie Margaret – una coppia piccolo borghese ben radicata nella terza età- e l’ospite Bill Whymper, giovane ambizioso e rampante, collaboratore di Mr Stone.
“Portò il cibo un piatto per volta. Il suoi piatti e cibi erano stati scelti con una cura maggiore rispetto al suo mobilio. La prima offerta fu un vassoio di fette di manzo freddo, disposte sotto una spessa coltre di lattuga, cavolo, carote, peperoncino e aglio finemente tagliuzzati, tutti crudi. Poi portò una bottiglia alta e sottile.
“Olio d’oliva” disse.
Margaret lasciò cadere alcune gocce sul suo piatto.
“Non esplode mica” le disse levandole la bottiglia “Così”. Versò con un lento movimento circolare. “Forza, mangia.” Fece lo stesso con Mr Stone e poi tornò in cucina.”…
… “Vi ricordate durante la guerra” disse Whymper rientrando “come quei morti di fame dei polacchi non avessero il bel pane bianco come il nostro e si nutrissero di pane nero? È semplicemente dieci volte migliore della nostra ovatta, questo è tutto. Non ne devi prendere una fetta Margaret. Rompine un pezzo. Stasera nessuna delle vostre maniere alla pesce fritto e patatine*.
Spezzarono il pane a pezzi…
…Rientrò con una bottiglia senza etichetta contenente un liquido giallo.
“Non aspettatemi” disse. Riempì tre bicchieri “Questo un tempo era un paese bevitore di grandi vini. Adesso siete gente che considera una bottiglia di Beaujolais come qualcosa da bere a piccoli sorsi **. Che ne pensi Stone? Quello che gli dà sapore è la resina.”
“Si sedette di fronte a loro. ”Mm.” Disse, annusando il suo piatto con finto disgusto “Questi sudici stranieri che mangiano tutto quell’aglio e quel grasso. Dov’è la salsa di pomodoro ketchup?”
Dopo mangiarono biscotti con brie e camembert. Poi gli servì caffè turco versandolo da una caraffa di rame, lucida, dalla impugnatura importante.
Tornarono a casa molto affamati, ma sentendosi pieni di affetto per quel ridicolo giovanotto.”
He brought in the food plate by plate. His plates and dishes had been chosen with greater care than his furniture. The first thing he offered was a plateful of cold sliced beef below a thick layer of finely chipped lettuce, cabbage, carrots, capsicums and garlic, all raw. Then he bought out a tall slender bottle.
“Olive oil” he said.
Margaret let a few drops fall onto her plate.
“It isn’t going to explode” he said, taking the bottle away from her. “Like this”. He poured with a slow, circular motion. “Go on. Eat it up”. He did the same for Mr Stone, then went out to the kitchen…
…”You remember during the war” Whymper said, coming back “how those starving Poles didn’t have nice white bread like ours and were living on black bread? It’s just ten time sas good as our cotton wool, that’s all. Don’t have a slice Margaret. Break off a hunk. None of your fish-and-chips* graces tonight”
They broke offhunks…
…He returned with a label-less bottle of yellow fluid.
“Don’t wait for me” he said. He filled three tumblers. “This used to be a great wine-drinking country. Today you people with your one bottle of Beaujolais think it’s somethin you sip**. What do you think of it , Stone? It’s the resin that gives it the flavour”.
He sat opposite them “Mm!” he said, sniffing at his plate with mock disgust “Those dirty foreigners, eating all this garlic and grease. Where’s the tomato ketchup?”…
Afterwards they had biscuits with brie and camembert,. And then he gave them turkish coffee out of a long-handled, shining copper jug.
They returned home extremely hungry, but feeling extraordinarily affectionate towards the ridiculous young man.”
V.S. Naipaul – Mr Stone and the Knights Companion, prima pubblicazione 1963.
*Praticamente impossibile rendere in italiano il senso di “fish and chips” considerato un tempo il piatto nazionale inglese per le classi popolari.
**Nel testo Whymper si riferisce ad una cena avvenuta precedentemente a casa degli Stone, dove una sola bottiglia di generico Beaujolais venne servita ai commensali al posto dello Sherry e come tale bevuta a piccoli sorsi.
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