di Rizzo Fabiari
Finita la settimana dei Primeurs di Bordeaux si tirano alcune precarissime somme. La prima: la vendemmia 2012 non è stata memorabile. Anzi. Sul piano climatico è stata catastrofica, né più né meno. Ma, sendo che nel bordolese si fanno vini d’assemblaggio, che le tecniche di cantina sono raffinatissime e che – in mezzo a ormai frequenti stagioni mediterranee – si tratta per molti aspetti di un’annata classica, i rossi buoni non mancano. Vanno capati dal mazzo. Per i bianchi secchi, al contrario, si tratta di una raccolta molto buona e a tratti ottima.