di Fabio Rizzari
L’etichetta pare del 1902, se non del 1802, ma il vino era del 2002. Con gli anni molti ricordi vengono rimpastati, smontati e rimontati, quindi non giurerei sulla nitidezza della mia memoria su certi vini.
Di bianchi di Borgogna, grazie alla divinità benigna, ne ho bevuti; e tra le bottiglie posso contare – senza scriverlo con la maniacalità del collezionista che cerca ossessivamente di arricchire il suo cursus honorum – pezzi rari e sublimi.