Interessante disquisizione, su infravino, circa ciò che è buono e giusto e ciò che non è buono e giusto nella descrizione di un vino. Diamo il nostro contributo accademico riportando uno stralcio di conversazione internettiana risalente a ieri tra un alterato e il non pareggiabile Maestro Federico Maria Sardelli. Con il consenso delle parti, ovviamente.
Maestro Sardelli [abstr. part. prec.] era buonissimo, elegante, sàpido, robvsto, con lievi sentori di pianerottolo e note di piastrellato monocottura, rimandi fruttati in cui si distingueva la mammola frusona, il taràssaco lupigno e, squadrato sul mezzodietro, il solenne crespìgnolo allapposo della Syla.