I fiori di Cochi e i fiori di Renato

Un nostro caro amico archeologo, che di professione fa il chimico, ha ritrovato una pagina preziosissima e perduta nel tempo: la prima puntata di una rubrica – non meglio identificata – tenuta dai sommi Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto nel lontano 1970 sul leggendario periodico Linus.
Ne trascriviamo di seguito il testo integrale.
Ci sono fondati motivi per ritenere che si tratti della prima e ultima apparizione della suddetta rubrica. Buona lettura.

Cari lettori, da questo numero ci è stata data facoltà di fornirvi dati, notizie e impressioni riguardanti il genere umano, e tutto ciò che lo concerne, dalle sue origini fino alla fondazione. Abbiamo scelto questo campo ristretto per evitare la possibilità di cadere in errore data la scarsità di manovalanza. In questo primo numero rivolgiamo la nostra attenzione alla flora e alla sauna.

Vostri

Cochi e Renato

 

Dedicato a Flora

Le camelie sono famose per la loro signora,
i garofani per i loro chiodi
e le margherite
per m’ama non m’ama.

Di rose ce ne sono di tutti i colori, ma la vera rosa è quella dei candidati, che fa il fucile ed è composta da pallini o manie che dir si voglia.

Il fiore che non c’entra è il cavolo.

Se vuoi fare un favore: manda un fiore
se vuoi dire il tuo amore: manda un fiore
ma se hai molta fame… mangia un fiore.

La viola la si riconosce dal suo dolce suono
(da piccola, se maschio, può essere tzigano).
I fiori meno snelli sono le piante grasse.
Ve ne sono alcuni,
più dotati di memoria,
che si definiscono non ti scordar di me.

I fiordalisi ci danno la virna, i fior di latte ci danno le nurses.
Il castagno ci dà le castagne, il noce ci dà i tavoli,
il pioppo in fondo ai viali ci dà la villa.

Fiore del mio amore non appassisci mai
fiore del mio cuore tu non morirai mai
fiore mio ben fiore: tu sei fatto di plastica.

La rosa come il pesce è muta, e ha le spine,
(per riconoscerli basta annusarli).
Il fior di loto è famoso per il suo terno secco.
Il fiore più aguzzo è il fioretto, che ci dà le buone azioni.
Una ciliegia tira l’altra, e più ne mangi, più diventano nocciolo, così dicasi pure della pesca,
con licenza parlando.
Il bucaneve ci dà i sette nani, invece i papaveri sono alti.
Il fior di gentiluomo non si annaffia.

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
e sentirete che fiori dolci vengono fuori.
Ma state attenti a non calpestare la Jole.

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