Il pattume omerico

di Fabio Rizzari

Conclusione introduttiva

Scrivevo settimane fa della follia acefala di chi si scagliava contro la scrittrice Rowling perché aveva innocentemente dichiarato sovrapponibili le figure di “chi ha le mestruazioni” e delle “donne”. Mi sembrava che con questo fosse stato raggiunto il punto zenitale dell’imbecillità.  

Mi sbagliavo. Il nuovo record mondiale è stato stabilito da un’insegnante di una scuola del Massachusetts, tale Shea Martin, che ha definito l’Odissea “spazzatura”. E perché, di grazia? perché contiene “istigazione all’odio razziale”, “posizioni sessiste”, “elementi gravemente discriminatori”. 

Questa brillante tesi è condivisa da un numero crescente di decerebrati, che si riconoscono nell’hashtag  #disruptexts. Secondo tali volpi del deserto si devono bandire dallo studio nelle scuole – e idealmente dal patrimonio culturale dell’umanità – tutti i testi che contengano espressioni, opinioni, incitamenti, favoreggiamenti, giustificazioni tali da costituire esempi di condotte politicamente scorrette.

Le dichiarazioni di principio di questi Rommel rigettano ufficialmente la censura, ma le loro argomentazioni rimangono ambigue. Teorizzano un mondo più giusto e libero, aprendo al contempo la porta a ogni sorta di estremismo e fanatismo talebano. Il mio sospetto è radicale e non ritengo che un pessimismo interplanetario su questo soggetto sia minimamente immotivato.   

Scrive bene Raffaele Alberto Ventura: “In principio il Politicamente Corretto non era per niente una brutta idea; cinque secoli più tardi, tuttavia, le cose hanno iniziato a degenerare e il politicamente corretto è diventato un incubo. Non soltanto delimita degli spazi in cui sembra ormai impossibile dire alcunché (ad esempio i cosiddetti safe spaces delle università americane), ma per giunta fallisce nella sua funzione primaria: invece di pacificare, fornisce nuovi e infiniti pretesti di conflitto. Individuando aggressioni e microaggressioni dietro ogni scambio comunicativo, il Politicamente Corretto ha finito per diventare una teoria della ‘guerra giusta’ alla portata di chiunque”.

Si realizza così una profezia dell’Antico Testamento: “i giusti andranno scalzi, la giustizia sarà infatti senza scarpe o calzature in genere, mentre l’empio prospererà dando torto a tutti per i più futili motivi”

Premessa conclusiva

L’anziano ha la classica attitudine a considerare incomprensibile la realtà. Il mosaico del mondo, che un tempo gli restituiva un’immagine compiuta e leggibile, si è scomposto in migliaia di tessere in cui egli coglie solo caos. Sappiamo invece per esperienza che, semplicemente, egli non riesce più a identificare le linee e i colori del nuovo stato delle cose.

Questo stando alla teoria tradizionale. Non va altrettanto liscia se l’individuo che incanutisce si ritrova immerso in un’epoca di transizione, di rapidi sconvolgimenti, di rovesciamenti prospettici impensabili fino alla settimana precedente. Cioè in un’epoca qualsiasi, dirà il cinico.

Così mi ritrovo io, e milioni di coetanei âgées, nel brodo bollente degli ultimi accadimenti planetari. Più ancora che la pandemia, più ancora che la progressiva perdita di certezze democratiche in paesi teoricamente attrezzati contro le forze dell’oscurantismo, a me lascia sconcertato l’avanzare impetuoso del politicamente corretto, che Costanzo Preve definiva con efficace sintesi una “nuova forma di totalitarismo ideologico flessibile”.

One Comment to “Il pattume omerico”

  1. Dopo aver lodato la “prima puntata” non posso esimermi dall’esprimere grande apprezzamento anche a questa…

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