Una vera signora di classe

di Raffaella Guidi Federzoni

Quando le donne si vestivano da donne e pure le zoccole si adeguavano, c’era già una giovane donna che faceva un vino superbo. Il suo aspetto ricordava Audrey Hepburn, un filo d’acciaio dalle gambe nervose e lo sguardo di gazzella. Sono passati decenni, la giovane donna è diventata una signora d’età, ma non ha mai smesso di fare vini eccezionali. Il suo nome, Lalou, rimanda ad una caramella, o ad un profumo d’altri tempi. Lei però è modernissima. I suoi vini, eterni.

Stranamente però, in questo contesto non voglio parlare dei suoi prodotti e nemmeno delle sue scelte estreme come per esempio la coltivazione biodinamica senza compromessi. Neanche voglio discutere sui prezzi stellari della sua produzione, o di come abbia litigato tanti anni fa con parte della sua famiglia e per questo motivo sia uscita dall’azienda più famosa del mondo per crearne poi una sua altrettanto famosa e prestigiosa.

Mi interessa di come lei, e il suo vino, incarnino più di chiunque altro l’idea di classe e signorilità al femminile, mantenendo quel mistero inspiegabile definito “eterno femminino”.
Ci sono Donne di Classe e ci sono Vere Signore. Non è detto che le due cose combacino. La Donna di Classe fa voltare gli uomini, la Vera Signora non è mai appariscente ma rimane nei pensieri a lungo. La DdC invecchia e diventa Ex, la VS matura meravigliosamente e se non è più desiderabile col sangue continua ad esserlo con la testa ed il cuore.

Lo stesso avviene nel vino. Ci sono vini di classe che non sanno invecchiare, che fanno sospirare e colpiscono i sensi ma non giungono al cuore se non brevemente. Ci sono dei signori vini che crescono lentamente dentro di noi, che possono affascinarci sin dall’inizio in modo sottilmente inspiegabile e a cui ritorniamo regolarmente. Vini in cui l’età è solo un numero e non una condanna, piuttosto una conferma.

A volte succede l’eccezionale, avviene il miracolo della fusione fra Classe e Signorilità. In una donna e in un vino. Il Pinot Noir di Lalou Bize-Leroy è la quintessenza di tutto ciò. Madame ha marcato di femminilità la Borgogna ed il mondo intero. Non c’è nessun’altra che sia così imperativa nell’immaginario enoico-femminino. Ogni tanto spunta qualche nome come “la nuova LBL”, ma è come dire “la nuova Garbo”. Con la differenza che Lalou non si è ritirata dalle scene, bensì a sessant’anni ha ricominciato con una grinta ed una consapevolezza di sé invidiabile.

Pochi si possono permettere i suoi vini, ma questo non toglie che questa donna rimane un punto di riferimento indispensabile per apprezzare e capire il composito mondo del vino, passato, presente e futuro.

2 commenti to “Una vera signora di classe”

  1. Piacevole e condivisibile, con un unico bemolle: guai a chiamare i suoi rossi “Pinot Noir”, la signora di classe si imbufalisce. Io ho compiuto la suddetta imprudenza quando andai a visitarla la prima volta, nel 2001. Mi rispose indispettita “I miei non sono Pinot Noir, sono Borgogna. Che poi l’uva si chiami pinot noir o in qualsiasi altro modo non mi interessa, mi interessa soltanto che sia un traduttore fedele dei miei terroir”. E cchesté.

  2. Qualche settimana fa ho bevuto il Domaine Leroy – Nuits-Saint-Georges “Aux Lavières” 2000…
    Sarà, ma a me non ha fatto girare la testa (a differenza dei miei commensali)…
    …forse perchè con il Pinot nero non ho un buon feeling (per non dire pessimo)…
    …in occasione di quella serata si è bevuto anche il BdM di Soldera 2002 che lo preferii di gran lunga…
    …aaahhh, il caro e vecchio rude e popolare sangiovese…

    Ok, adesso son pronto per la fustigazione… :)

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