Non capirci un cubo

di Raffaella Guidi Federzoni

L’ispirazione per questo post alterato mi è stata data da un ottimo pezzo di Franco Ziliani. In poche righe il giornalista esprime lo sdegno per una campagna promozionale ridicola che riduce l’onorabilità di un vino ad una bevanda estiva buona giusto per tronisti cerebrolesi. Purtroppo avrà successo.

Mi premetto di riprendere tale scritto, e spero che Ziliani non me ne voglia, perché, ahimé, l’utilizzo del molesto cubetto travalica i nobili orizzonti vinosi.

Durante l’estate canicolare non c’è niente di male a calmare la sete con bevande fresche o fredde. Esistono da tempo i frigoriferi, le borse termiche da spiaggia o da picnic, i secchielli del ghiaccio. Lo stesso vino rosso si avvantaggia di una temperatura fresca che non ne appiattisca i profumi. Nessuno mette in dubbio tale principio. Un augusto e riconosciuto degustatore* ha confessato di allungare a volte il vino rosso con una parte di acqua minerale, lo faceva anche mio padre – affatto augusto e riconosciuto – ma certo degustatore.

Quello che invece grida vendetta e imbastardisce vieppiù la nostra misera vita di consumatori del terzo millennio, è l’accettazione passiva del cubetto di ghiaccio a prescindere. L’oggetto del contendere si trova ovunque: nel vino bianco- rosso-rosato, nello spritz, nei cocktail analcolici oversize, nella coca-cola, nell’acqua minerale.

Ora, fermatevi un attimo a pensare ed interrogatevi:
– Da quale acqua è stato ottenuto il ghiaccio?
– Quanto spazio occupano quei tre o quattro cubetti nel bicchiere che ho pagato carissimo al bar, wine-bar, beach-bar, terrace- bar, come-te- pare bar?
– Davvero mi piace il sapore disciolto e intiepidito di ciò che realmente sto bevendo, illudendomi di bere altro? Solo perché mi sono perso nella contemplazione di lei/lui/il tramonto e non ho ingurgitato in fretta l’iniqua beva?

Se a tutte e tre le domande avete risposto “non mi interessa”, continuate così. Contenti voi. Da parte mia continuerò la battaglia en solitaire. Chiederò il secchiello del ghiaccio e ci ficcherò dentro la bottiglia, non il contrario. I cubetti mi serviranno comunque se sbatterò la testa contro uno spigolo, per rinfrescarmi le piante dei piedi e anche per qualche pratica genere 9 settimane e mezzo che in tale accademia non trova spazio di discussione.

• Non rivelerò il nome neanche sotto tortura, spetta a lui fare coming out.

6 commenti to “Non capirci un cubo”

  1. Dai Raffaella, non essere così apocalittica o integrata. Porc! un post più alterato di questo non lo potevi tirar fuori, è proprio un Longe Alium. qualunque decisione prenderò sarò al contempo apolattico per qualcuno e integrato per qualcun’altro. Beh, fa niente, diciamo che il ghiaccio nel vino mi fa venir la pelle d’oca. Il ghiaccio nel distillato… beh, est modus in rebus. Il ghiaccio in bibite gasate lo profondo a ettolitri: non c’è niente di paragonabile alla sensazione anestesica del cubetto di ghiaccio sulle labbra mentre sgargarozzi una bibita pseudo energizzante. Caso a Parte la famosa “Biretta delle sei”, in cui gli avventori (me compreso) ingurgitano qualsiadsi schifezza preceduta dall’appelation Birra a patto che sia un monoblocco ghiacciato… ma in quel caso il cubetto non ha diritto d’asilo

  2. Mannaggia non stigmatizzarmi il ghiaccio!
    Gli Inuit hanno quattro parole diverse per definirlo, dobbiamo fare così anche noi.
    Nei cocktail tipo negroni è imprescindibile, nel cocktail Martini pure (anche se non nel bicchiere).
    Ebbene affinchè non allunghi il beverone, il ghiaccio deve essere freddissimo, abbondantissimo (così da mantenere inerzia e non sciogliersi troppo in fretta), con pareti molto spesse e ben scolato dal Barman.
    Assodato che nei cocktail ci va, perchè bersi un Manhattan o un Negroni alla temperatura di 20°C è un atto di masochismo, può essere che in un bicchiere colmo di ghiaccio, magari dico magari, un bianchino senza pretese può rinfrescarsi e forse essere persino accettabile, non lo consiglierei ma non lo stigmatizzerei.
    Forse meglio della Barbera di ieri che mi hanno servito a 26°C nella quale una manciata di cubetti avrebbe fatto la sua porca figura.
    Sempre tuo
    Luigi

  3. Il ghiaccio è imprenscindibile in tante occasioni. E’ il cubetto che non lo è quasi mai. Per esempio, un Margarita come si deve non deve avere cubettoni, ma ghiaccio tritato.
    Per quanto riguarda il vino e chi dice di no? La famosa “temperatura ambiente” di un tempo era sui 18%, che ora vengono considerati il minimo sindacale per gli uffici. Ma qual è il massimo sindacale?

    Mi sono alterata e quindi ho scritto esagerando perché sempre più spesso il cubetto in abbondanza ruba lo spazio a quanto di altro c’è nel bicchiere. A me piace ogni tanto un sorso (anche due) di vodka, ma è il bicchiere ad essere raffreddato nel freezer
    Io sono, come ho scritto sopra, per immergere la bottiglia nel ghiaccio quando necessario, non il ghiaccio nel vino.

    Come espresso da me privatamente ad un altro esimio accademico “Il cubetto di ghiaccio nel vino sta all’aggiunta di acqua fredda come il silicone ad un seno naturalmente prosperoso.”

    • Ahi Ahi!
      nei cocktail, guai a chi mette il ghiaccio tritato, quello annacqua se non ti sgargarozzi tutto in due secondi!
      Ci vanno cubetti spessi, freddi e in quantità industriali.
      Perchè un bicchiere per quanto freddo non ha l’inerzia per tenere in temperatura un cocktail.
      Così è, non credo ci sia spazio di manovra anche per chi non ama il cubetto.
      A questo punto mi chiedo solo perchè il cubetto debba essere inviso, assodato il fatto che nel vino è meglio non mettercelo.
      Sinceramente tuo
      Luigi

  4. Sincerissimo Luigi :) c’è una bella differenza fra il Margarita confezionato con ghiaccio tritato o con cubetti di ghiaccio.
    Per il resto, fai tu. A me da noia quando mi servono un cocktail lucrando sui cubetti a scapito del resto.

    • Mi sono informato bene il margarita si serve con bicchiere freddo e niente ghiaccio.
      Quello che citi tu con il ghiaccio tritato è il frozen margarita, così per dire naturalmente.
      Il negroni va, ripeto va servito con il ghiaccio in cubetti abbondantissimo e piantiamola di dire menate.
      Sempre tuo Luigi on the rocks

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