di Raffaella Guidi Federzoni
Insieme alle elezioni arrivano le anteprime. Già mi prende lo sconforto, per le une e le altre.
Trattandosi questo di un blog che tratta soprattutto di argomenti vinosi, mi limiterò ad esprimermi relativamente alla presentazione delle nuove annate in terra toscana, lasciando perdere altre considerazioni.
Il vino è già in bottiglia da mesi, ivi rinchiuso sta crescendo, si sta affinando, se potesse parlare direbbe “lasciatemi in pace ancora per un po’, non son pronto”, ma the show must go on. Frotte di degustatori professionali e non si stanno accalcando col bicchiere in mano. Al loro giudizio offriamo come agnelli sacrificali campioni a volte presi dalla botte – ahimè mi! -.
I giochi degustativi sono in parte già iniziati. Qualche VIWC – Very Important Wine Critic – ha degustato in ante-anteprima. Il loro verdetto è stato pubblicato. Ce ne fosse uno che corrisponda all’altro. La confusione regna sovrana.
Per uno i vini sono debolucci, buoni a malapena per i ristoranti che si accontentano – bontà loro – di stappare velocemente le bottiglie senza tanto ambaradam di decanter, e le riserve non hanno ragione di esistere perché altrove non si fa, quindi perché vi ostinate a farlo e non imparate da chi, poffarbacco!, ne sa di più e da millanta anni?
Per l’altra il giudizio è ben più positivo, fra le quattro e le cinque stelle. In attesa di leggere tutto e per benino fra un paio di mesi sulla mia rivista, intanto vi sventaglio davanti al naso l’abbondante manciata dei punteggi più alti. Un po’ qui e un po’ là, come viene, viene. Infine il terzo, Magno Guru delle denominazioni toscane. Divino maitre à penser. In questo caso è un trionfo, ma che dico, un tripudio di voti altissimi, che però se li volete leggere dovete pagare, io neanche il naso mi soffio gratis, figurarsi.
Vorrei precisare di non essere affatto contraria all’avvicendarsi delle anteprime. È un bel momento d’incontro e di scambio. La possibilità data ai giornalisti specializzati e agli operatori di venirci a trovare dove lavoriamo e di poter assaggiare in un ambiente apposito non va sottovalutata. Così come va reso merito ai Consorzi toscani di investire tempo e denaro per organizzare una settimana tanto intensa.
Vorrei anche tralasciare la polemica riguardo a chi ha già assaggiato comodamente e prima degli altri. Si tratta a volte di richieste a cui è impossibile dire di no. D’altra parte anche io, insieme ad una quarantina di produttori, ho già presentato i miei vini negli Sati Uniti. Non per questo mi sento di aver tradito gli affezionati e fedeli seguaci di casa nostra.
Tra l’altro non è detto che chi arriva prima si trovi meglio.
Proprio qui volevo arrivare. Accettando la pratica consolidata delle anteprime invernali, mi preoccupo riguardo alle due inconsapevoli vittime di tale costumanza. La prima oggettiva vittima è il vino. Difficilmente è pronto, non dico maturo, ma proprio piacevole alla beva. Forse il giorno dopo aver stappato la bottiglia. Anche i vini che sono stati imbottigliati da più di sei mesi, o che sono frutto di scelte produttive spinte all’evoluzione rapida, fra due, tre mesi saranno diversi. Non tutti i degustatori che assaggiano e riportano i loro giudizi su riviste/blog specializzati sono in grado di interpretare l’affinamento futuro. Onestamente scrivono quello che ritrovano al momento dell’assaggio, che il più delle volte sarà smentito dopo l’estate, cioè quando il vino sarà effettivamente disponibile alla vendita sugli scaffali italiani ed esteri.
Da qui deriva una confusione di informazioni sui vini a seconda di chi li ha degustati.
Non intendo sindacare chi sia più esperto, professionale, allenato, obiettivo. Ma perdindirindina, a chi deve dare retta il povero appassionato consumatore , seconda vittima del meccanismo inevitabile, ma a volte quasi perverso, delle anteprime? Come fa a capirci qualcosa, se un giorno legge di un vino che è chiuso come una pigna verde – pollice verso – e il giorno dopo lo stesso vino viene definito territoriale, autentico, sapido. Oppure se di quell’altro legge da una parte che è sontuoso, setoso, fascinoso – pollice alzato – e dall’altra che lo stesso è vuoto, sterile e senza nerbo?
Non continuo, fiduciosa di commenti ben più affidabili del mio. Tanto fra un mese si parte con le fiere e l’affaire anteprime verrà messo da parte per un altro annetto.