Approssimandosi minacciosamente il periodo delle feste natalizie, l’Accademia fornisce a’ lettori alcuni spunti per ben figurare presso parenti e amici cucinando piatti assai originali. Architrave di tali suggerimenti il dispensario del non eguagliabile Maestro Sardelli, che offre ricette tanto luminose da doversi leggere con un paio di occhiali da sole. (ndr)
di Federico Maria Sardelli
Orsi in salsa d’uovo
Prendete due o tre orsi di mezzana grandezza e lavateli; a questo scopo provvedetevi di alcuni capannoni affittati in zona stadio utili all’operazione e, muniti di systola e guanti da orso, lavateli bene e sciacquateli almeno tre volte.
Non date eccessiva soddisfazione alle eventuali inquitudini delle bestiole, perché esse sono nemicissime dell’igiene, ed è proprio questo che assicura il loro caratteristico gvsto sarcigno. In una scodellina a parte scocciate tre ova freschissime e sbattetele, ma non troppo a lungo ché sennò si sfibrano; a questo punto mettete una mezza cipolla ed un mazzetto odoroso a soffriggere in adeguata parte di burro o olio, finché, rosolando, non avrà tirato tutto l’unto; ora versateci dentro le ova e un poco di latte, ma adagio, ché potrebbe raggrumarsi, e sbattete finché non riescirà una crema liquida e compatta.
Con questa salsa d’uovo condirete i tre orsi che a questo punto dovreste cercare di persuadere a collaborare uscendo dai capannoni dove hanno seminato la distruzione e il panico perché il sapone li fa incazzare come bestie e servite in tavola.