Il prezzo è giusto? seconda parte

di Rizzo Fabiari

Con la precisa volontà di alimentare un radicato luogo comune, sulla nobile linea di verità assodate quali “bere tanta acqua fa bene”, “l’importante è essere giovani dentro”, “come si mangia in Italia non si mangia da nessuna parte”, sono oggi a proporre la seguente evidenza empirica: in Francia spesso si mangia bene e si spende relativamente poco. Se non poco, alla pari di molti locali romani dove con un crostino scamuffo, una pizza alta sei micron, una birra calda, un dolce tolto dal congelatore cinque minuti prima e l’immancabile limoncello all’acido fenico il conto finale si aggira intorno ai 35 eurozzi.

Vediamo dunque le risultanze del recente viaggio nella Loira. Tutti i seguenti ristoranti sono stati scelti dopo aver accertato la presenza attiva del noto menu degustazione in offerta. Ovviamente, dato che tale menu è quasi sempre declinato in due o tre varianti (tipo 37 euro – 54 euro – 74 euro), noi (eravamo in quattro) abbiamo optato pressoché sempre per la possibilità più economica. Da notare (bonus) che in diversi dei seguenti locali era presente un menu economico (sotto i 40 euro) anche la sera. Nota bene: non essendo queste recensioni gastronomiche canoniche, non indico dati facilmente reperibili su internet come indirizzi e telefoni.

Le Fleuray
Cangey – Amboise
Da Amboise pochi minuti di macchina, ma bisogna avere il navigatore perché il posto è nella campagna profonda e a Cangey abitano, oltre ai ristoratori e al personale, nove persone in tutto. L’ambiente è tranquillo, non molto illuminato, affollato per il 97% da americani. Il servizio è scostante e a tratti stimola lo strangolamento, il menu è avvolto nella plastica come in una pizzeria qualunque, ma il cibo è ottimo (ostriche svizzere, bue maldiviano, eccellente torta di quaglia) e il conto finale sorprendente: 32 euro a testa, vini escl.

Auberge du Bon Laboureur
Chenonceau
Forse l’esperienza più convincente. Ambiente indubbiamente pretenzioso: illuminazione soffusa, quadri fenici, tovaglie preziose, atmosfera ovattata, personale cortesemente distaccato, a tratti anche venato di una sottile ironia, come da disposizioni d’ufficio per locali stellati michelin. Repertorio classico e impeccabile: langoustines, rable de lapin, sublimi filetti di triglia su crepinettes di piede di maiale, dessert irreprensibili. Qui il conto è salito perché trattavasi di un festeggiamento, però abbiamo contenuto i danni a circa 68 euro a testa.

L’Aubinière
St Ouen Les Vignes
Anche in questo caso occorre armarsi di (poca) pazienza per raggiungere, in un paesaggio segnato da una totale assenza dell’elemento umano, la località in questione. Il ristorante, irragionevolmente ospitato da una struttura nuova, ondulata e velleitaria, che cozza contro lo stile sonnacchioso di questa parte della provincia gallica, spiazza il cliente mal disposto dal décor fuori luogo grazie a una cucina solida, efficace, gustosissima, che va dritta allo scopo. Menu degustazione a ben 38 euro, se ben ricordo. Ottima carta dei vini, con ricarichi ragionevoli.

Les Hautes Roches
Rochecorbon
Per un curioso paradosso, si tratta di un lussuosissimo ristorante della catena Relais & Chateaux… trogloditico: perché ricavato in grotte trogloditiche un tempo annesse all’Abbazia di Marmoutier. Essendo stato gentilmente ospitato qui a pranzo, non so a quali ammontare sia arrivato il conto finale, ma sono certo che siamo largamente rimasti sotto i 49.000 euro a testa. Menu ricchissimo, incomparabile vista sulla Loira, lista dei vini lunga e invitante.*

L’Auberge du XIIeme Siecle
Saché
A pochi metri dall’abitazione dove passava le vacanze estive Balzac. I proprietari del posto si rivendono giustappunto la circostanza indimostrabile che l’illustre scrittore venisse a mangiare proprio qui. Struttura tradizionale, sala principale storica dai colori e dalle atmosfere sombre, nuovi ambienti più luminosi e caldi. Menu degustazione che ha compreso – tra benvenuti dello chef, entrée, piatto principale, pre dessert, dessert, piccola pasticceria – vari chili di cibo, preparato con cura estrema e di sapore eccellente, a ben 37 euro complessivi a persona. 37 euro, capito?

* il menu degustazione dovrebbe stare sui 50 euro

3 commenti to “Il prezzo è giusto? seconda parte”

  1. Eggia’, pero’ scommetto che il caffe’ non era buono, perche’ li’ per davvero ci vuole l’acqua giusta, che abbiamo solo noi in Italia. E la simpatia? Scommetto che in nessuno di questi locali e’ venuto al tavolo a rallegrare la compagnia uno vestito da pulcinella con mandolino.
    Non e’ che al ristorante conti solo mangiare bene e spendere il giusto, eh.

    • Per una bizzarra eccezione allo schema dell’antipatia gallica, tutto il resto del personale di servizio (tranne a Le Fleuray) è stato di una cortesia esemplare. Anzi, qui alimento un altro luogo comune, che recita: “a Roma moltissimi – dai benzinai ai fiorai ai baristi ai venditori di pantografi – sono bruschi e scortesi; in Francia moltissimi – dai farmacisti agli osti ai gelatai agli impiegati alle poste – sono gentili e salutanti.

  2. e i tassinari dove li metti? Se vai in posti in mezzo al niente, ce vogliono. Anche questo conta nella valutazione di un ristorante. Tassinaro romano vs qualsiasi equivalente francese 3 a 0.

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