di Raffaella Guidi Federzoni
“Con le mani si appoggiò ai bordi della tavoletta e si tirò su. Le fitte allo stomaco erano meno forti. Dalla camera accanto veniva il suono potente di un russare ubriaco. Si guardò allo specchio finendo di pulirsi la bocca con un asciugamano che puzzava di vomito vecchio. Oggi compiva diciotto anni e aveva passato la notte con un ragazzo di cui non ricordava né il nome né l’odore.”*
Parole crude. Me ne allontano leggendo qua e là parole più leggere come “salubrità del vino”.