Est modus in rebus

Celibidache-Sergiu

di Faro Izbaziri

Dopo un concerto Sergiu Celibidache, il più grande direttore d’orchestra della storia della nostra squallida razza – dagli umanoidi di Kubrick a oggi (oggi alle nove e mezzo di mattina) – a una tizia inutilmente trillante che continuava a ripetergli “è stato bellissimo, maestro”, disse lapidario: “no, signora, non è stato bello: è stato vero”.

Questa potrebbe essere una buona distinzione anche per i vini: vini veri e vini finti. Non dico vini falsi, che è un’altra faccenda ancora: un falso Latour, un falso Pétrus e simili. Dico finti rispetto a veri: quelli ottenuti con molte manipolazioni e artefazioni e quelli ottenuti con pochi passaggi essenziali.

Ma mi rendo conto che anche così non si arriva al nocciolo. “Valutare caso per caso” rimane l’unica ricetta universale.

10 commenti to “Est modus in rebus”

  1. Grazie Faro, abbiamo pubblicato nella sezione interventi il tuo breve testo: sul quale, guarda caso, concordo parola per parola (come se l’avessi scritto io).

  2. Diciamo uno dei più grandi: avendolo sentito dal vivo varie volte. Vorrei così spezzare una lancia per Karajan (anche quello ascoltato dal vino – oopps – varie volte), Fürtwängler (quello purtroppo non l’ho potuto sentire perché non sono abbastanza vecchio), Bruno Walter, Otto Klemperer, Joseph Keilberth e Carlos Kleiber. E sicuramente ne dimentico qualcuno. Comunque si, il concetto è giusto, ma sarebbe stato bello che a dire “vero” fosse stato uno spettatore e non l’esecutore.

    • Non possono che concordare, sopra tucto su Walter e Kleiber (padre e figlio). Però, suvvia, non prendete tutto alla lettera, lasciate un po’ di spazio alle affermazioni ovviamente e volutamente iperboliche.

  3. eh lo so…è che mi hai tirato su un terreno a me molto caro. E comunque ben vengano le iperboli.

  4. C’è qualcuno da queste parti che non si chiama Fabio, Faro, o Rizzo???

    ps Il nome “Sergiu Celibidache” suona come un parto malriuscito dalla mente di un anagrammista alquanto alterato

  5. no, ci siamo solo noi

  6. Grande articolo, condivisibile in ogni sillaba. Mi resta solo un dubbio amletico; se Celibidache è il migliore, allora Toscanini cos’é?

    • Grazie dell’apprezzamento. Quanto al sommo Toscanini e/o agli altri grandi dirigitori della orchestra, cfr il commento più sopra, delle 15:26.

  7. “Dico finti rispetto a veri: quelli ottenuti con molte manipolazioni e artefazioni e quelli ottenuti con pochi passaggi essenziali.”

    Perché no? La proposta del post è semplice e chiara. Purtroppo per la sua attuazione vedo delle difficoltà: Nessun produttore dichiarerebbe mai di aver ottenuto il suo vino con manipolazioni. E anche i più esperti e smaliziati degustatori possono non accorgersi delle stesse.
    E’ però un punto di partenza. Anche se a me la parola “finto” legata al vino – guarda un po’ – mi riporta al vino de-alcolato su cui tanti produttori della categoria “industriali” hanno provato a fare anni fa, senza alcun successo di mercato.

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