Oltre al collezionismo principale, quello delle bottiglie piene, esistono altre varianti secondarie di culto dell’harem da parte degli enofili: raccolte di tappi, capsule di vini spumanti, bottiglie vuote, e naturalmente etichette.
A differenza delle altre forme di collezione, obiettivamente più vicine al feticismo, la scelta di conservare decine, centinaia e talvolta migliaia di etichette apre a un mondo meno maniacale.
Un mondo dove l’elemento culturale, e talvolta artistico, rivela aspetti sorprendenti.
In questo senso sono particolarmente interessanti siti che mettono a disposizione degli internauti riproduzioni di etichette antiche e moderne, abbracciando paesi produttori noti e meno noti, tra i quali alcuni insospettabili (come l’Etiopia e il Bangladesh). Per molti la grafica è bruttina, vedi lo spartano 200 Years of wine of the word. Altri archivi, più singolari, nascono dalla passione per il vino di studiosi di altre discipline, come nel caso della raccolta di Federigo Melis, insigne storico. A questo indirizzo una breve directory delle pagine web dedicate alle etichette storiche.
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