Siamo lieti di ospitare il post di un nuovo amico degli Alterati, Faro Izbaziri da Busto Arsizio. Nella vita pilota di tinelli, grande appassionato di vini, Faro visita almeno cinque cantine all’anno. Oggi ci manda un breve ma vivido ritratto di un produttore di vini famosi.
Conversazione con un produttore che non solo è contro la critica specializzata, non solo è contro le degustazioni comparate in genere, ma è pure contro le degustazioni in genere. E forse anche contro la vendita del suo vino in genere.
Il Nostro: “il mio vino bisogna berlo da solo e in silenzio. Rispettare la sua personalità. Oggi, in un mondo in cui l’omologazione del gusto appiattisce e rende… (segue ad libitum)”
Me medesimo: Ah.
I.N.: “Fare vino è anche una missione. Il rispetto della terra esige… (ad libitum)”
M.m.: Beh, certo…
I.N.: “Il mio vino è un’opera d’arte. Chi non può essere artista fa il critico. Già Michelangelo…”
M.m. (interrompendo bruscamente e sgarbatamente l’interlocutore): “Eh no. Lei è uno che fa vino, né più né meno. Così come un cuoco è uno che cucina, né più né meno, e uno che scrive di cibo e di vino è uno che scrive di cibo e di vino, né più né meno. Michelangelo per oggi lasciamolo stare.”